Sconcerto è la parola più adatta per rendere ciò che provo difronte a quanto accaduto nel Mantovano pochi giorni fa: una 13enne colpita a forbiciate da una coetanea compagna di classe, in compagnia di un’altra ragazzina di pari età. Motivo al momento sconosciuto. Di positivo che la vittima dell’aggressione, soccorsa grazie al provvidenziale intervento di una vicina, dall’ospedale dov’è ricoverata dia segni di miglioramento. Le tre protagoniste dell’increscioso episodio frequentano la terza media. Da insegnante ho avute parecchie alunne che a questa data si stavano già preoccupando dell’esame da sostenere a giugno. Sempre un po’ più ambiziose dei maschi – salvo eccezioni – e perciò un passo avanti. A tredici anni ero così anch’io. Non so come siano adesso le allieve di terza media, chiederò alle colleghe. Anticipo alcune ‘scuse’: colpa della società sempre più violenta, colpa della scuola ‘noiosa’, colpa dei social, colpa dell’assenza di valori, colpa di genitori poco presenti e via discorrendo. Tra l’altro le tredicenni, per l’età non sono imputabili ma dovranno essere edotte su quanto successo. Però quella che ha usato la forbice ‘da sarta’ – chissà se sottratta da casa o in dotazione per attività didattiche – la maneggiava con abilità su viso e collo della vittima, attirata con inganno in un campetto. Devo riconoscere che il livello di deriva culturale e umana non fa distinzione di genere, nonostante in ambito lavorativo abbia avuto prova di più razionalità e progettualità da parte femminile. Giusto ieri mentre mi dirigevo al bar mi ha fermato la mamma di una mia ex allieva, oggi 36enne affermata professionalmente, spesso in giro per il mondo a promuovere prodotti del made in Italy. Con orgoglio ha fatto scorrere le immagini sul telefonino. Ecco, auguro che succeda altrettanto tra un paio di decenni alle madri delle tredicenni di cui sopra. Ma bisognerà lavorarci parecchio.
Dove andremo a finire di questo passo,non lo so.E qual’ è la giustificazione di fronte a questi casi? Ma sempre il Covid che poverini questi giovani sono rimasti isolati per mesi e quindi ora sono più aggressivi di un tempo.Io sono del parere che non sia questo il problema ma la mancanza di valori ,in primis il rispetto per la vita per le persone,le cose,gli animali e l” educazione.Valori primari per crescere sani in questo mondo dove conta solo l’ apparire .Meditate gente, meditate.Ciao 👋👋👋
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Parli bene Lucia! Manca la sostanza! Ciao! 🍀🧡👍
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Sempre di più è necessario l’accompagnamento ed è indispensabile che i nostri governanti impieghiamo risorse economiche per avere personale preparato alla bisogna.Se penso ai denari sprecati….mi viene l’ulcera.Ciao a tutti
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Sprechi contro bisogni: ci vorrebbe un regista al di sopra delle parti…deficitarie! E gente preparata a fare, non interessata ad apparire! Buon pomeriggio e grazie! 🧡
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Ci sono ragazzi di oggi che si portano dentro disagi che sfociano in episodi violenti incomprensibili anche a loro. Se chiediamo quanto uso fanno di videogiochi violenti proibiti ai minorenni o a chi ha meno di 16 anni scopriamo che per loro sono una normalità e affermano che non sono cosi violenti e pericolosi, convinti di controllarne le conseguenze. Non sottovalutiamoli. La mente umana apprende e poi mette in pratica; i agazzini non hanno la maturità per controllare queste pulsioni. Tocca ai genitori dire NO e che il no sia no e basta. Tocca alla scuola parlarne con loro e si fanno interventi con psicologi ecc. dai quali emergono queste realtà. Tocca agli adulti fermare e controllare cosa fanno i nostri figli il pomeriggio quando non sono a scuola. Se le famiglie non sanno trasmettere valori ben radicati i ragazzi sono facili prede di tutto quello che passa nei social che sono senza filtri e qui x i minori deve intervenire anche il legislatore.
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Ottimo Adriana! Tu parli bene… chissà che ci siano orecchi sensibile per mettere in pratica. A ognuno la sua parte! Sereno pomeriggio! Grazie, alla prossima! 🫶
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No: No, non c’è mai stata una distinzione di genere tra cattivi e buoni. Le persone possono avere una vasta gamma di tratti positivi e negativi, indipendentemente dal loro genere. La cultura e le circostanze possono influenzare come le persone si comportano, ma la loro moralità e il loro carattere non sono limitati dal loro genere.
Gli ultimi 10 anni di lavoro li ho passati in ospedale dove certi reparti e certi sevizi venivano fatti in parte da sole donne e in parte da entrambi i generi: la sorpresa, mai sperimentata prima in quanto ho sempre lavorato per conto mio, dove c’erano sole donne il loro rapporto era difficilissimo, si dividevano in gruppi e cercavano di rendere le altre inaccettabili e controverse, lascio perdere i particolari a volte sconci. Dove invece erano entrambi i generi era molto meglio, sia il lavoro che il rapporto; dove c’erano solo uomini venivano i confronti a volte intensi, ma si risolveva al contrario dall’altro lato dove il male verso le altre continuava senza fine.
Ci sono molti fattori che possono contribuire alla violenza tra i giovani, tra cui l’esposizione alla violenza nei media, Partendo dai cartoni animati dei bambini dove ci sono puri combattimenti e più grandicelli uguale non esistono più le nostre favole o le nostre fiabe. La fiaba aveva sempre un epilogo positivo in cui il bene riesce a trionfare sul male, mentre la favola era sul tragico dove c’era l’insegnamento al giusto comportamento e all’etica.
Poi c’è la povertà è un elemento che non viene più accettato ed è sentimento di estorsione o di conquista usando la violenza.
Le difficoltà scolastiche, io sono migliore e tu sei meno capace sta diventando un fattore di superiorità mentale e fisico.
L’abuso di sostanze, da quello che mi racconta mio nipote è diventato normalissimo e se non le prendi non fai parte del gruppo, meglio dire sei pericoloso/a di conseguenza se ne parli ti punisco.
L’esposizione al bullismo, ancora peggio, tra l’altro sempre esistito, e la mancanza di alternative positive.
I giovani non vedono il futuro in positivo a causa della preoccupazione per le sfide che la loro generazione deve affrontare. I cambiamenti climatici, l’aumento della disuguaglianza sociale, l’instabilità politica, la recessione economica e la pandemia di Covid-19 sono tutti problemi che pesano sulla mente di molti giovani.
La preoccupazione per la stabilità economica, la sicurezza dei lavori e la sostenibilità del mondo in cui vivono è una fonte costante di ansia. Inoltre, le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale e l’automazione, che vengono spesso viste come una minaccia per i posti di lavoro, contribuiscono anche a rendere i giovani preoccupati per il loro futuro. Mio nipote finite le scuole è stato assunto per riparare i robot cosa che aveva imparato a scuola ed è stato sfruttato non mantenendo quello che gli avevano promesso adesso fa il carrozziere ed è contentissimo: tutta colpa della società che chiude le vie per poterne approfittare per il solito dio denaro. Anziani come me che non vogliono smettere di lavorare, ne conosco più di uno che con la pensione lavorano a nero !!!
Poveri uomini !!! Non hanno capito niente chi sono e dove vanno !!!
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Intanto complimenti per l’attenzione al problema e per la quantità di parole che utilizzi per esprimerti (non mi stupisco che qualcuno ti ritenga professore), io non saprei dedicarmi altrettanto. Hai recuperato alla grande mancanze giovanili, sei stato alunno e docente allo stesso tempo. Venendo al dunque, che belle le fiabe e le favole! Troppa tecnologia ha dato alla testa di grandi e piccini, oggi è tutto più complicato ed è stata smarrita la via del buonsenso. Ma non è tutto perduto, se impariamo dagli errori commessi, recuperando magari un po’ di umiltà! (credo che tuo nipote sia giustamente orgoglioso dello zio che ha). Sereno pomeriggio! 👍🍀🖐️
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La violenza degli adolescenti è tra i nodi critici dell’attività educativa.
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Genitori, docenti ed educatori tutti lo sperimentano loro malgrado. Ed educare, sanare e governare sono le attività più difficili! Ciao caro e bravo collega! 👍🍀🌝
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