Pioggia e Speranza

Ultimo giorno di marzo, ultimo giorno di emergenza sanitaria: da domani meno restrizioni, ma bisogna mantenere alta la vigilanza, perché il virus è subdolo e stenta a lasciare il campo, dopo oltre due anni di ferro e fuoco. L’espressione va estesa alle città rase al suolo in Ucraina, dove da oltre un mese è protagonista la guerra, che non si immaginava possibile nel vecchio continente, ancora memore di due guerre mondiali. Il fuoco si spegne con l’acqua: quella dei pompieri quando è doloso, con la pioggia se si tratta di arsura dovuta a mancanza di precipitazioni. Attesa da oltre tre mesi, è finalmente arrivata la pioggia, modesta finora ma dovrebbe continuare nel pomeriggio e nei giorni a venire. Sono uscita con l’ombrello, di colore azzurro: era diventato un optional sotto il portico, dentro il portaombrelli di rame. In piazza Castelcucco, nel centro della strada chiusa per giorno di mercato, in una pozza d’acqua Giordano, titolare del banco dei fiori ha sistemato una bella ortensia bianca che pare gradisca l’attenzione. Si sa che questa pianta ha bisogno di acqua (e mezz’ombra, ne ho anch’io messe a terra) e il commerciante ha sfruttato l’occasione, trasformatasi in un momentaneo spartitraffico floreale. C’è meno gente del solito, l’acqua è benedetta, ma il sole favorisce di più gli spostamenti. Di solito, quando piove di brutto il mercato salta. In questa circostanza, i banchi con le varie merci non hanno mancato l’appuntamento settimanale, che potrà risultare meno frequentato. Quando insegnavo e avevo il giorno libero di giovedì, non mi perdevo quello di Bassano, uno dei più vasti. Era anche un’occasione per incontrare qualche compagno/a di liceo, colà frequentato per cinque anni. Adesso l’incontro avviene ad altri livelli: Paola, Anna, Francesco, Michele, Paolo, Bruno, Gigliola, Nadia lo sanno! Buone cose e arrivederci! 🌷

In attesa del 9 maggio

9 maggio fine del conflitto? Magari! Giorno simbolico della vittoria sovietica sul nazismo, può darsi che sia stata scelta come data-limite per il ritorno a casa dei soldati russi, mandati al fronte per combattere “la guerra di Putin”. Non sorprende che il dissenso cresca e aumentino le perdite in battaglia. Mi ha colpito la notizia di un clamoroso episodio di ammutinamento, durante il quale un comandante è stato travolto con un tank da un suo sottoposto come ritorsione per l’alto numero di perdite della sua unità nel conflitto, testimoniata dalle parole: “1500 compagni del mio battaglione sono morti”: numeri da brivido, riferiti a ragazzi finiti in prima linea, probabilmente illusi di tornare a casa presto e indenni. La parola “ammutinamento” mi ha richiamato momenti di storia antica…che purtroppo si rinnovano. A Sumy, città a est di Kiev 300 militari pare abbiano fatto dietrofront con le loro 70 unità di equipaggiamento. Immagino si siano registrati altri rifiuti dei militari. La storia è un po’ come la geografia: bisognerebbe essere sul posto per vedere come stanno effettivamente le cose, quali siano i numeri reali, a chi attribuire le cause delle devastazioni…da un certo punto in poi le responsabilità si mischiano al diritto di difendere il proprio territorio, la propria vita e quella dei propri cari. Mi sarebbe piaciuto fare la giornalista, ma non l’inviata di guerra. Tra una manciata di ore saremo in aprile, e maggio segue a ruota. Il 9 maggio è il compleanno della mia amica Nadia, dentista in quel di Bassano: mi auguro di poterle fare gli auguri, tolto il macigno della guerra dal cuore, mio e del mondo intero.

(Bei) tempi andati

Sono stata a trovare la mia amica Lucia: che bello! Al ritorno mi sono fermata a fare la spesa al tosano: che brutto! Adesso spiego. Lucia è ospite di una struttura a Valdobbiadene dove fa riabilitazione dopo l’intervento al ginocchio. Conoscevo l’ambiente, ampio, arioso, accogliente. L’incontro è avvenuto attraverso una porta a vetri, impossibile un contatto nemmeno furtivo. D’altronde mi ero informata. Comunque ho visto la mia amica venirmi incontro con le stampelle e ci siamo parlate per mezz’oretta. Non è proprio come a casa, attorno alla tazzina di caffè (Lucia lo fa con la macchina espresso ed è davvero buono), ma è pur sempre confortante, in attesa che rientri a casa, che dista poche decine di metri dalla mia. Di strada, avevo già ipotizzato di fermarmi all’ipermercato tosano di Pederobba, non perché mi piaccia fare la spesa in grande, ma perché solo lì trovo i risotti pronti Viva la mamma nei cinque gusti proposti: milanese, zucca, tartufo, asparagi, funghi porcini. A mio dire sono una delizia, basta scaldarli due minuti al microonde. Già che c’ero ho acquistato frutta e verdura. Verso la mezza mi approssimo alla casa, ovverosia una delle tre attive su ben venticinque. Chi mi precede ha carrelli stracolmi di roba e ci vuole il suo tempo. Mi faccio distrarre dalle uova di Pasqua della cliente davanti a me e penso quant’era bello quando andavo a fare la spesa dal bottegaio sotto casa, con il libretto dove venivano registrati gli acquisti che poi mio padre saldava a fine mese: niente code, zero stress, sorrisi e scambio di battute, controllo oculato della merce che doveva rispondere a effettiva necessità. Per chiudere, una manciata di caramelle per saldare l’amicizia tra cliente ed esercente. Bei tempi andati, di magra da una parte e di consolazione dall’altra. Tra l’altro, Lucia da ragazza lo ha sperimentato. Non mi dispiacerebbe ritornassero in parte, per restituire un po’ di animo al benessere.

Ritorno in classe

Sono tornata in cattedra: che meraviglia! Grazie al collega e amico Giancarlo Cunial che mi ha proposta come blogger agli studenti dell’Istituto Cavanis di Possagno che stanno elaborando un travel blog. Ventuno studenti attenti e silenziosi, raggruppati per il liceo frequentato: liceo scientifico applicato (LSSA), liceo scientifico ordinario (LSO), liceo classico (LC), liceo linguistico (LL), liceo delle scienze umane (LSU). Referente la prof.ssa Stephanie Da Riva. Porto la mia esperienza di blogger domestica, nel senso che posto articoli di vario argomento sul mio blog verbameaada.com senza aspettative particolari, salvo l’esigenza e il piacere di condividere pensieri ed emozioni con i lettori, alcuni dei quali commentano; la qual cosa mi basta, dandomi l’idea di una rete affettiva di sostegno. Nel caso dei liceali diciassettenni, devono realizzare un travel blog (blog di viaggio), postando testi su tre mete da effettuare a breve in Grappa, in Tempio e Gipsoteca, alla Tomba Brion. Giancarlo non ha perso l’atteggiamento del bravo docente e annota alla lavagna i passaggi utili del mio dire. Credo di non aver smesso la deformazione professionale di dilungarmi…ma è così piacevole rivolgersi a un pubblico attento, cui viene richiesto di essere anche operativo: infatti ogni studente, attrezzato di computer e mascherina, prova a cimentarsi su un post riferito a una imminente visita. Il primo a offrire il frutto delle sue meningi è un bel ragazzo biondo di nome Pierpaolo, seguito poi dag due dolci fanciulle. Sono allibita dalla bravura estemporanea di questi studenti, evidentemente motivati e preparati bene. Rubo le parole armonia – qualità – curiosità scritte alla lavagna da Giancarlo, per dire che questi studenti rappresentano la speranza in un futuro migliore, di cui loro sono le fondamenta. Ragazzi, meritate di essere nominati tutti! Grazie della vostra attenzione, buona scuola e buona vita! (P.S.- Venite a trovarmi nel blog, così allargo il mio orizzonte) FAGGIONI Francesco FLOREAN Roberto Pietro METTI Pierpaolo (3 LSSA) MORO Beatrice VARDANEGA Achille (3 LSO) BGHIRIS Elly BISINELLA Alessandra BORDIGNON Andrea FAVERO Irene MATTIUZZO Anna SCAPINELLO Anna (3 LC) AMBROSI Margherita BATTAGLIA Giorgia CAROTI John Filippo CECCATO Francesca GUALANDI Sofia MANZINELLO Giulia NEGRO Alice (3LL) NOVELLI Elisa SARTORE Massimiliano SPAGNOL Gaia (3 LSU)

Coincidenze

Da quando ho rivoluzionato lo studio, spostando le scrivanie me lo godo di più. Ho ricavato un angolino davanti alla libreria dove ho messo un tavolino basso con una radio e due poltroncine di vimini alle estremità. Mentre sono al computer per cercare informazioni sui bulbi estivi di Tigridia pavonia, Crosomia e Dahlia che mi ha regalato Serapia (pollice verde, architetto, cinefila, amica), la radio trasmette la musica struggente di Samba Pa’ Ti, interpretata dal grande chitarrista e compositore Carlos Santana. Coincidenza: i bulbi estivi che dopo interrerò sono originari dell’America Latina, come il compositore messicano (nato il 20.07.1947), naturalizzato statunitense. E non è finita: Santana è il cognome di un ex alunno brasiliano che ebbi a scuola l’ultimo anno del mio servizio. Bello, aitante e problematico ricorsi al cognome identico a quello del musicista per ingraziarmelo. In parte funzionò, chissà dov’è ora, mi piacerebbe avere sue buone notizie. Strano come le coincidenze talvolta intreccino emozioni e vissuti. Comunque l’abbinamento fiori-musica è ottimale, tant’è che i video su questo connubio artistico imperversano: segno che il pubblico gradisce e la pubblicità ne approfitta per promuovere svariati prodotti. Del resto l’Italia è chiamata anche Belpaese per le sue meraviglie, ma anche per la propensione a valorizzare il bello in tutte le sue declinazioni. Partendo da quello esistente in natura, la grande Artista che troviamo nelle opere delle varie branche. Allora largo alla musica, alla pittura, alla poesia…a tutto quanto può rasserenare il cuore e nutrire la mente. Buona domenica!

Ultimo sabato di marzo 2022

Che bello, la mattina spalancare le finestre: la luce e il sole inondano la stanza come una benedizione. Riemerge da lontano il ritornello di una canzone presentata a Sanremo nel 1956 cui un familiare era affezionato: “Aprite le finestre al nuovo sole, è primavera!”, segno che anche allora la nuova stagione era vissuta come portatrice di buone nuove. Anna, sensibile compagna liceale divenuta amica per identità di sentire, mi manda bellissime foto, corredate di poetiche parole. Quella di stamattina immortala un esemplare di Clematis Armandi attorcigliata attorno a un tronco in orizzontale, suppongo un ex albero che continua a essere… diversamente utile! Quante lezioni gratis dalla natura! Anche la didascalia è una perla di saggezza: “W la primavera e chi sa cogliere e gustare anche i piccoli particolari della sua bellezza!”. Grazie Anna, di restituirmi emozioni positive. L’ultimo sabato di marzo comincia con il piede giusto, a mezzogiorno la temperatura si aggira sui venti gradi. A breve i miei vicini pranzeranno fuori, sotto il porticato e Bibi, il loro cane farà le feste. Stanotte le lancette dell’orologio dovranno essere spostate avanti di un’ora, per perderne una di sonno (ma non succede a tutti) e guadagnarne una di luce, che è un gran bene di Dio. Sono segnali del tempo che passa… ma anche che ritorna in alcune declinazioni che si ripetono. Panta rei (tutto scorre) affermava il filosofo greco Eraclito e il fiume che scorre è un’efficace metafora. Sempre più il tempo mi appare come una corda flessibile dove si alternano vibrazioni ed azioni. Me lo ricorda la natura con la riproposta dei suoi svariati colori, profumi e forme. Certo c’è anche il rovescio della medaglia: zanzare, rumori, esternazioni. Bisognerà vedere se la pandemia se ne andrà e cosa lascerà sul campo. Al netto di quello che avremo incautamente (o deliberatamente) lasciato noi.

Mattina di primavera

Peccato non poter fare sentire il laborioso ronzio sulla chioma fiorita del Susino selvatico, cresciuto sul bordo della siepe di Fotinie, tra una Lagerstroemia e l’altra. Oggi è una giornata decisamente primaverile e a mezzogiorno il sole scalda la pelle. Essere al mare ora, immagino sarebbe una delizia, ma non posso lamentarmi di quello che mi offre il giardino-prato, trapunto di Pratoline e azzurri fiori di Veronica. Anche il vecchio Pirus ha indossato l’abito rosa, mentre dai vasi si elevano Giacinti e Giunchiglie. In un angolo ombreggiato sono risorte le Viole e perfino il Nocciolo esibisce microscopici fiorellini rossi. Bianchi sono i fiori del Susino, mentre per quelli rosati del Melo bisogna aspettare. Ogni mattina è una sorpresa, la bellezza si rigenera e si offre, silenziosa e maestosa ai nostri occhi, sovente distratti. Vorrei fermare i momenti di beatitudine quando fotografo il bello che mi circonda, soverchiati da una preoccupazione che va lontano. Vorrei che l’armonia regnasse sulla terra e tutto il mondo fosse in pace, così la bellezza potrebbe duplicarsi ovunque. Essere stati creati a immagine e somiglianza del Creatore, in certi contesti mi sembra una bestemmia. Attingo linfa dalle creature vegetali del mio giardino, allietate dal canto dei canarini e dalle capriole del gatto sull’erba. Una pioggia di petali bianchi e rosa volteggia lieve sul mio capo. Manca solo la pioggia vera, che disseti la terra riarsa e ammorbidisca i cuori di pietra.

Lettura in primo piano

Oggi 24 marzo, Giornata nazionale della lettura 2022 (Giornata Mondiale del libro il 23 aprile), istituita nel 2009 con lo scopo di promuovere la lettura, attività poco praticata. In Italia si legge poco, anche se si scrive parecchio. Il lockdown del 2020 ha impresso un’inversione di marcia, perché durante l’epidemia i lettori sono aumentati di circa il 30%, che non è poco. Immagino che a scuola soprattutto, ma anche a chi opera in questo settore sia dato spazio ad eventi ed iniziative legati alla promozione della lettura. Il web offre consigli in questo ambito, che lascio al lettore cercare. Da parte mia, che scrivo abbastanza e non leggo altrettanto, posso dire come e quando mi regolo: mattina sempre un quotidiano, tardo pomeriggio/sera un romanzo, oppure un settimanale. Il fatto di avere un blog mi spinge a prestare particolare attenzione all’attualità, anche per compensare la giornalista che avrei potuto essere, se non avessi scelto di fare l’insegnante (ho fatto la corrispondente di zona per il Gazzettino nel 1970). Rileggo volentieri i poeti ermetici, anche se Umberto Saba (Trieste, 1883 – Gorizia, 1957) rimane il mio preferito per la semplicità e l’immediatezza dell’espressione. Credo anzi di ispirarmi a lui quando butto giù qualche verso. Saba, il cui vero cognome era Poli, scrive l’unica opera in prosa, Ernesto, incompiuta, pubblicata postuma nel 1975 a cura della figlia Linuccia (omosessualità adolescenziale l’argomento forte trattato). Nel 1979 ne viene ricavato un film, Ernesto, diretto da Salvatore Samperi. Scambio con alcune amiche i libri che mi piacciono, e viceversa. Mi piace anche seguire sul grande schermo, quando succede, la trasposizione di un’opera letteraria, oppure approfitto della versione cinematografica per andare a leggere la fonte cartacea. Concludendo, non è un caso se l’angolo che preferisco di casa mia è lo studio, con tanti libri su cui mi sono fatta le ossa e ora sono strumenti di cura per tenere allenata la mente. Dunque, buona lettura!

Oggi Arte

Sono attratta dall’Arte in tutte le sue declinazioni, pittura e scultura comprese, come sorelle della Letteratura con cui mi esprimo. Col senno di poi, se tornassi indietro mi piacerebbe frequentare il liceo artistico, che cinquant’anni fa era raggiungibile solo a Treviso, quindi praticamente precluso. Non rinnego il liceo classico, a me più congeniale ma qualcosa ha lavorato sottotraccia. Una zia paterna, Maria Cusin, era una buona ritrattista mentre dalla nonna paterna Adelaide ho ereditato l’interesse per la parola. Ho dato alle stampe gli ultimi due romanzi con in copertina i dipinti dell’artista Noè Zardo e lo stesso succederà per il terzo in elaborazione. Questa introduzione fa da cornice emotiva al fatto di cui intendo parlare: il ritrovamento della “Maddalena giacente” del Canova, creduta perduta per circa un secolo. Realizzata su commissione dell’allora primo ministro britannico Robert Jenkinson, era stata acquistata vent’anni fa a un’asta di statue da giardino da una coppia inglese per 5.200 sterline (poco più di 6.000 euro), valore stimato oggi tra i 6 e i 9,5 milioni di euro. Mario Guderzo, eminente studioso del Canova, ex direttore della Gipsoteca che ho avuto il piacere di conoscere quando abitavo a Possagno considera il ritrovamento “di fondamentale importanza per la storia del collezionismo e la storia dell’arte”, un marmo di grande bellezza estetica che ha il suo corrispettivo in gesso in Gipsoteca a Possagno. Mi incuriosisce molto il dietro le quinte di questo ritrovamento, a pochi mesi dalle celebrazioni per il bicentenario della morte del grande scultore (Possagno, 1.11.1757 – Venezia, 13.10.1822), effettivamente da romanzo. Non sarò io a elaborarne la storia, ma è nelle mie intenzioni scriverne una attorno a un’opera d’arte, frutto di fantasia, oppure di ricerca…si vedrà. Se qualcuno tra i lettori volesse offrirmi uno spunto, ben venga: immagino che il nostro territorio sia pieno di opere sconosciute in attesa di essere apprezzate. E come dice l’amico artista Noè: “Anche l’attesa è pensiero”.

Poesia protagonista

Sapevo che Alda Merini era nata il 21 marzo, ma mi era sfuggito che il 21 marzo si celebra la Giornata della Poesia, istituita dall’UNESCO nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo del 2000. Me lo ricorda Elisa, una talentuosa giovane amica scrittrice, che ha vinto di recente il primo premio Città di Vittorio Veneto per un racconto inedito…pieno di poesia! Anche se in ritardo, non posso esimermi dal dire la mia riguardo questa forma di espressione, che pratico anch’io…da quando ero ragazza e che considero la medicina migliore contro diversi disturbi. Nel mio caso, è un’attività veramente terapeutica, che si giova talora della fotografia e che trovo congeniale con l’adultità. Ho anche ricevuto un paio di premi e qualche menzione d’onore in questo ambito, ma produco di più in prosa. Mi piace molto un complimento di Adriana secondo la quale la mia scrittura assomiglia a delle pennellate, il che fa lievitare la mia autostima perché immagino di spaziare in un altro settore artistico. Mi corre l’obbligo di riportare un pensiero di Leonardo da Vinci, per cui la pittura è una poesia muta, giusto per sottolineare i legami tra le diverse espressioni artistiche. La mia è una poesia semplice, del quotidiano, che ha per soggetto spesso i fiori, il paesaggio, gli animali, le emozioni…niente di impegnativo. L’obiettivo che mi propongo è la condivisione con chi vuole connettersi col mio sentire, regalare un momento di leggerezza, strappare un sorriso oppure una riflessione, se l’argomento lo merita. Avviene tutto senza patenti, sul filo sottile di un’empatia di pancia, se posso permettermi questa espressione. In questa giornata dedicata all’acqua, elemento vitale di cui la terra soffre la mancanza, ringrazio tutte le amiche che annaffiano il mio quotidiano con la loro amicizia e le doti di cui ognuna è portatrice. Compresa la poesia, quella fatta di versi e strofe, ma anche di atteggiamenti e sorrisi.