Mi rincuora il pensiero che il Girasole fosse caro a Van Gogh. Con la vita burrascosa che visse, ebbe intenso il piacere di gustare la natura nella sua espressione dinamica. Nel mio piccolo, qualche anno fa ho avuto la soddisfazione di apprezzare una distesa di Girasoli vicino a casa, a Castelcucco che ho immortalato in diversi scatti. Uno in particolare sembra aggiunto di proposito, per abbellire lo scorcio sulla chiesa parrocchiale; invece era cresciuto da solo, in quel punto strategico dove l’obiettivo lo ha colto. La foto ha fatto successivamente da copertina al calendario del mio paese. Adesso mi è ritornata tra le mani, scorrendo la galleria del tablet, mio archivio fotografico. Aggiungo che mi trovo bene a Castelcucco, paese vivace della Pedemontana del Grappa, dove frequentai le medie oltre cinquant’anni fa. Parecchi anni dopo ci sono tornata in veste di insegnante, conoscendo generazioni di studenti, provenienti anche dai paesi vicini. Molti sono ora adulti con figli. Il che mi riporta al Girasole che con tenacia completa il suo giro quotidiano seguendo il sole, come fa una persona nel suo percorso di vita. Incredibile come si intreccino le maglie del tempo, per cucire addosso ad ognuno l’abito che gli sta a pennello!
Mese: giugno 2020
Luogo dell’anima
Un cordiale saluto dal mio luogo dell’anima, il pergolato di glicine. La pianta mi fu regalata per un mio compleanno da mia mamma, diversi anni fa: ora lei non c’è più, ma il suo dono è cresciuto in maniera avvolgente e flessuosa, regalandomi fiori colorati e profumati… ed ora ombra. Praticamente è come se mia madre continuasse a proteggermi da un luogo che immagino sereno come il gazebo naturale dove scrivo. Tra l’altro, non piace solo a me, ma pure alle mie gatte Puma e Grey che vengono a scorrazzare sui tralci dove si fanno le unghie. Anche il vecchio cane Astro non disdegna rotolarsi sulle foglie secche attorno al tronco che fa da tavolino. Nel contesto del modesto giardino (la parola giardino è un eufemismo perché l’area è un mix di piante e fiori, più somigliante al “brolo” di una volta), il glicine dà l’idea di un boschetto che invita al relax, favorendo lettura e scrittura. Un regalo su misura, con valore aggiunto crescente. Siccome amo i fiori e mi piace fotografarli, va da sé che il glicine è una fonte di emozioni. Gli ho anche dedicato una poesia, che ho stampato e successivamente appeso ad un tralcio dove è rimasta a volteggiare… finché un temporale l’ha spazzata via. Voglio sperare che il glicine abbia comunque gradito.
Domenica dolce
Domenica dolce Oggi è l’ultima domenica di giugno. Mi sento di buonumore almeno per tre motivi: c’è il sole, ho scoperto per caso che è il mio onomastico, è sbocciato un altro gladiolo, di un bel rosso corallo screziato di bianco. Poco? Beh, ammetto che notizie di cronaca nera o bianca fanno da contrappeso e ci vorrebbe ben altro per caricarsi di ottimismo. Però, ameno per un po’ intendo godere di quello che passa il convento e decido di fare i miei dolcetti preferiti, i muffin. Premetto che non sto volentieri in cucina, tuttavia mi dedico con piacere a realizzare queste sfiziose merendine di origine america che poi distribuisco alle amiche. Mi piace soprattutto setacciare la farina e mischiare gli ingredienti secchi… forse inconsciamente recupero un po’ di tempo dell’infanzia. Anche il mio cognome predispone, pur non avendo avuto pasticceri o cuochi in famiglia, che io sappia. Da quando me ne occupo, cioè da quando sono in pensione, ho detto addio alle merendine industriali e mi sbizzarrisco a variarne il ripieno, a seconda di quanto mi offre il frigorifero. I miei preferiti sono quelli con mandorle e carote. Apprezzabili pure quelli alle pere e gocce di cioccolata. Va da sé che, data la pratica, ho memorizzato la ricetta base e il resto è improvvisazione… Riconosco che l’argomento è leggero, ma ho grande considerazione di chi si spende in cucina, tra l’altro un motivo di buon nome all’estero. Quando mi capita, seguo con interesse le lezioni di Benedetta Rossi e altri chef, meglio se poco noti. Bene, dolci e fiori sono due ottimi motivi, a portata di mano, per valorizzare la domenica. Buona domenica a tutti!
Scambio fluido
Il mio secondo post nasce per ringraziare chi mi ha messo in condizione di pubblicare. Fin qui sembra un atto dovuto, prassi normale tra persone che si scambiano informazioni. Qua c’è di più: un’insegnante di lettere, la sottoscritta, diventa allieva di Manuel, suo ex allievo alle medie, ora studente di ingegneria elettronica: scambio di ruoli che fa già storia. Il come questo avviene è anche più curioso, una ventata di giovinezza che lubrifica articolazioni scricchiolanti e rivitalizza neuroni. Comunichiamo in tarda serata, tramite Whatsapp, mentre il resto dei familiari è già tra le braccia di Morfeo. Io allungata in poltrona relax che attenua l’artrosi, con lo schermo della tele che blatera indispettito; lui immagino a trafficare in una sorta di laboratorio domestico su misura. Scambio fluido di messaggi che per me non sono sempre chiari, chissà se pensa che mi sono rincitrullita… (d’altronde sono fuori esercizio da cinque anni!), poco importa: mi piace questa collaborazione a ruoli invertiti. Non avrei pensato che fosse così eccitante essere scesa dalla cattedra. Certo dipende dal soggetto che mi ha preso in consegna, riconosco che sono stata fortunata. Magari scopro che altri giovani virgulti possono insegnare molto alle vecchie generazioni e seminare un po’ di sano ottimismo in questo tempo ribaltato. Vediamo…
Anniversario
Buongiorno a chi legge!
Oggi 24 giugno 2020 per me è un giorno speciale: abito a Castelcucco da vent’anni giusti, dopo aver fatto tre precedenti traslochi: non male come esperienza stressante! Col senno di poi, mi fa sorridere pensare a tutti gli scatoloni finiti in cantina, dove alcuni sono rimasti blindati per tempo infinito. La prima sera nella casa nuova c’era il nailon sui pavimenti a parquet; per cena ho consumato una zuppa, utilizzando il cucchiaino da caffè, perché le posate ufficiali erano introvabili. Ma impagabile la soddisfazione di spaziare in un ambiente ampio e silenzioso, senza sentire i rumori che erano consueti nel precedente appartamento in condominio. Inoltre avevo uno scoperto da riempire di piante e di fiori, cosa che è successa in maniera perfino abbondante, nel senso che alcune piante sono nate spontanee, come un fico, un susino e un ciliegio selvatico. Certo c’è da faticare, per tenere tutto sotto controllo, ma ammetto che il sacrificio è ripagato dai frutti spontanei a costo zero e dai bouquet di fiori che raccolgo tra una fioriera e l’altra. Per dirla tutta, il carico energetico mi viene dal saluto dei fiori alla mattina, quando faccio il mio sopralluogo in giardino, ancora in pigiama. Ok, sarà un vezzo da pensionata, ma è anche la raccolta di una semina partita da molto lontano… Chi ha inventato il motto “casa dolce casa” sapeva che avrebbe colpito nel segno. Questo è (quasi) tutto. Alla prossima, ciao!
Ops, a corredo aggiungo la poesia Il mio Eden, sull’argomento, tratta dalla mia silloge di fotografia e poesia Natura d’Oro
Il mio Eden
Da piccola sognavo
una grande casa.
Da grande il sogno
è costato parecchio.
Adesso mi godo
cani e tulipani,
more e lamponi
abbandonato sull’amaca
sotto il favoloso
ciliegio giapponese…
senza più pretese!