Spettacoli e spettacoli

Non mi sarebbe dispiaciuto recitare in una compagnia teatrale. Ne conosco un paio, di validi artisti non professionisti, che si sono esibite gli anni scorsi nei paesi vicini, con ampio consenso di pubblico. Spettacoli spesso in dialetto, cuciti addosso a persone comuni, dotate di grande comunicativa ed espressività. Purtroppo costrette al silenzio, come tanta gente del mondo dello spettacolo, compreso quello itinerante. Speravo tanto si potesse, come ipotizzato tornare al cinema da oggi e invece niente: sono costretta ad accontentarmi del cinguettio degli uccelli, in un sabato pomeriggio di costrizione. Si parlano da un noce all’altro, in via dei tigli dove abito, in prossimità del cimitero e danno spettacolo, a loro insaputa… io calcai il palco del teatro parrocchiale una sola volta, a cinque anni, danzando per aprire la rappresentazione. Ricordo il buio della sala quando spensero le luci e lo sguardo incoraggiante del maestro di musica dietro le tende. Ecco, è come se quel buio improvviso fosse tornato e si fosse riversato sul mondo intero, in attesa di uno sguardo benevolo, esterno da noi che ci salverà dalla desolazione. Non sono una fanatica delle grigliate e nemmeno una frequentatrice di sagre: apprezzo il silenzio e so stare da sola. Mi manca lo scambio culturale, la condivisione di un buon film, di un concerto, di una mostra, di una qualsivoglia opera d’arte, anche del teatro dialettale, tanto ridanciano e sagace. Dai media viene qualche apprezzabile proposta, ma non c’è paragone con uno spettacolo dal vivo. Il cane del vicino abbaia, cantano i canarini ma si tacciono gli abitanti degli alberi, forse per un moto di empatia. Alzo lo sguardo al cielo e continuo a sperare.

7 pensieri riguardo “Spettacoli e spettacoli”

  1. Cara Ada, mi hai fatto venire in mente quella rassegna di teatro dialettale che si era tenuta anni fa’ al Casel in piena estate.Ci sono andata con mia mamma in quelle sere estive, con quella leggera brezza che si alzava a una certa ora che stemperava la calura estiva.Che bei ricordi mi sono rimasti e quante risate…….Speriamo di poter tornare a vedere presto uno spettacolo !!!!

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    1. La brezza, le risate, il Casel… che nostalgia! Sono contenta di averti fatto ricordare un momento lieto e sereno. Sento ora che saremo blindati fino alla fine di aprile, tra rosso e arancione… sto diventando daltonica! La resistenza si va attenuando e anche l’umore! A questo punto, meglio dar fondo ai bei ricordi e aggrapparsi all’idea che ne verremo fuori! Bisogna!

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  2. Cara Ada, sicuramente non servirà a rimpiazzare ciò che manca, ho scoperto un paio di giorni fa Questa è la mia terra, storia che racconta le vicissitudini di noi, gente del nord Italia, andati a bonificare l’Agro Pontino. Anni trenta del secolo scorso, storie del nord che si intrecciano con quelle del sud. Si svolge in più puntate e la trovi su YouTube.
    Domani se non piove andrò a camminare un po’, se non arriverò per le ore 11, ci sarò nel pomeriggio.
    Buona serata.

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    1. Ciao Martina, sempre bello e interessante leggerti! Non mi stupisce la storia di cui mi parli, chissà quante di simile sofferenza e impegno sono chiuse nei cassetti o custodite nella memoria… grazie di avermi informata. Buona escursione domattina, ci sentiamo in giornata.

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  3. Concordo con tutte voi! Il teatro é sempre una magia… Da piccolo molte volte mia mamma e mio papà ci hanno portati a vedere delle rappresentazioni: cose semplici e in dialetto, però sempre con un fondo di sincera attenzione al mondo che ci circonda da cui, spesso e volentieri, traggono ispirazione. Sono stato dal teatro parrocchiale qua di Romano al piú importante della zona, il Duse in Asolo e a quello del collegio delle suore di Maria bambina a Crespano, le ex magistrali per capirci, ma la magia delle luci che si abbassano e si spengono e del sipario che si apre (o che si alza) é sempre, come dite voi, una magia! Si entra in un mondo nuovo e si vive la storia.
    Per un compleanno, quello dei diciasette anni, chiesi come regalo di andare a vedere il Flauto Magico di Mozart alla Fenice di Venezia! Che emozione!! Non dormii la notte. Certo, non siamo andati in platea e tanto meno sui palchi, ma su su sul loggione, ma che vista e che bellezza! Io e mio papà (per risparmiare sui biglietti e perché né mia mamma né mia sorella potevano), vicini a guardare, messo in scena, una rappresentazione unica e bellissima: riadattata ai giorni nostri nei costumi e nelle scene, ma di impareggiabile bellezza ed emozione. Non sono un gran appassionato di opere liriche, specie quelle dall’ottocento in avanti, ma il Flauto Magico mi é rimasta nel cuore!
    Speriamo di poter tornare presto ad una normalità normale e come lei alzo anch’io gli occhi al Cielo.

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    1. Caro Manuel, che bello partecipare a ricordi tanto unici e speciali: a 17 anni hai chiesto un dono… da vero intenditore! Bravo anche tuo papà ad assecondarti, consapevole di avere un cotanto figlio… io alla Fenice non ci sono mai stata! Come dici tu, spero che potremo recuperare in tempi non biblici e godere di tutte le forme artistiche. Un messaggio per tua mamma: non ho mai avuto una pianta così bella che mi stupisce da una settimana ed è ogni giorno più rigogliosa!

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  4. Che bello!! Sentire Manuel apprezzare gli spettacoli teatrali, addirittura hai visto uno spettacolo alla Fenice.Magia pura deve essere stata quella serata ………Noi del blog abbiamo molte cose in comune , fantastico!!!!! Ciao e buona giornata !!!😊😊😊

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