SALUTE, bene individuale e collettivo

La mia dottoressa è una gentile e sorridente signora che frequento il meno possibile in studio, ma che vedo assai volentieri alle mie mostre fotografiche e alla presentazione dei miei libri. Infatti ama i fiori come me ed è una forte lettrice; il che si sente dagli interventi accurati che fa e da come si esprime, coniugando professionalità e rigore scientifico. Mi invia un messaggio nel quale, da medico di base esprime pena per la situazione sanitaria creatasi con le testuali parole: “In questi giorni è un delirio: la nostra bella Pedemontana, risparmiata dal virus in Primavera, è ora flagellata. E dicembre, con le sue feste, deve ancora arrivare… speriamo bene!”. Ecco, mi ero illusa di vivere in un’isola felice, circondata dai campi e da tanti capitelli. Speravo di scivolare indenne, insieme con i miei concittadini, fuori dal tunnel opprimente della pandemia che invece pare stazioni qui e nel vicino paese. A breve saremo sottoposti tutti a screening di massa per stanare il covid: ben venga, così sapremo come difenderci. Se ricordo bene, l’imperatore Traiano diceva che la migliore difesa è l’attacco! Però riprendo la parte finale del messaggio della dottoressa, che sottintende la preoccupazione per le incombenti feste natalizie e rivolgo un appello a tutti i cittadini di cuore e di testa: per quest’anno famigerato, sostituiamo la parola festa con sobrietà, oppure serenità… che ci consentiranno di riappropriarci della salute e di mantenerla. Consapevoli che la SALUTE è un bene individuale e collettivo, come da Art. 32 della Costituzione italiana.

6 pensieri riguardo “SALUTE, bene individuale e collettivo”

  1. Pensavamo Ada , di vivere in un isola felice ,ma purtroppo il virus ha raggiunto pure i nostri bei paesi della Pedemontana .Ma questo non deve toglierci la serenità ,senza abbassare la guardia però!!!!!

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  2. Cavolo che iella! Tutto il paese!! Speriamo che in tal maniera lo possano estirpare da Castelcucco. Incrocio le dita per tutti voi sapendo quante noie causa questo affarino invisibile…

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  3. In tempo di covid sono molte le domande da porci: è preminente l’interesse collettivo o le libertà personali? E’ più importante la salute o l’economia? Da ieri alcune regioni che erano zona rossa sono passate arancioni con la conseguente riapertura di molti negozi come chiedevano insistentemente i commercianti e anche buona parte della popolazione ma siamo stati subito testimoni di grandi affollamenti con grave rischio contagi. Il problema si pone maggiormente per il periodo delle festività natalizie: fino a che punto siamo disposti a rinunciare a regali, cenoni, viaggi ecc.? Il buonsenso da una parte ci invita alla massima prudenza, dall’altra c’è la pressione per le aperture di negozi, ristoranti, campi da sci ecc. E’ ora compito della politica trovare un giusto compromesso, ma ricordiamoci che la posta in gioco è troppo alta per permetterci di bluffare.

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    1. Saggio ragionamento il tuo, Piero. Non vorrei essere nei panni dei politici che dovranno decidere le prossime mosse. Per quanto mi riguarda, da tempo ho rinunciato a feste e cenoni, privilegiando l’aspetto intimo e religioso delle festività natalizie. Mi aspetto che ognuno, di questi tempi martoriati, si metta una mano sulla coscienza e faccia una scelta salutare a vantaggio suo e della comunità.

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