I nonni, che risorsa! Io li ho goduti pochissimo e neanche tutti. Non ho conosciuto il nonno paterno, morto prima della mia nascita e quello materno è mancato quando avevo cinque anni. Le foto me lo restituiscono preciso della mamma, piccolo e tozzo, con baffetti alla Marx! Vendeva pesce porta a porta, stipato in cassette posizionate sul portapacchi della bicicletta. Di nome Giacomo, per il suo lavoro era conosciuto come “Giacomin del pese”. Adelaide, “Aide” per lui, era sua moglie e mia nonna materna: magra, elegante, ieratica con un bel profilo greco e i lunghi capelli intrecciati a chignon. Le ero molto affezionata. Quando è mancata avevo dodici anni ed è stata una grande perdita. La mamma di mio padre si chiamava Regina, nome a mio dire bellissimo, però ridimensionato a Gina. Era sempre ben pettinata e con un sereno sorriso stampato sul volto rotondo. Mi ha lasciato sottrarle un quadro con un bel Gesù dipinto, di cui mi ero innamorata. Venendo a me, non sono ancora nonna, a differenza di alcune mie coetanee e la cosa non mi dispiace, perché non mi sento ancora pronta per un ruolo tanto prestigioso. Mi guardo attorno, osservo e prendo appunti, per quando capiterà a me. Sperando di essere all’altezza dei nonni migliori: quelli che hanno mantenuto dentro il cuore un bambino.
Che bella descrizione hai fatto dei tuoi nonni,una risorsa veramente ai giorni nostri.Chi ha i nonni se li deve godere fino all’ ultimo, perché sono un bene prezioso Un pensiero va’ alla mia cara nonna Marta ,di lei conservo il ricordo che porterò fino alla fine dei miei giorni .Ciao
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Brava Lucia, sei sempre di conforto, leggerti è un piacere. Grazie
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Il bello di esser nonni è la sensazione di aver passato il testimone e che la vita continua anche dopo di noi.
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Poche mirate parole per sottolineare il fluire del tempo! Grazie, Piero! 💙
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