Vado a Bassano, in giorno di mercato. Un rapido giro per le bancarelle della piazza e poi punto alla biblioteca, un tempo meta fissa per ricerche e letture. L’emeroteca sulla destra entrando, mesi fa era un accogliente studio aperto dove persone adulte e oltre si trovavano a sfogliare quotidiani in silenziosa compagnia. Chi era frettoloso, chi ci metteva ore, ognuno aveva il suo tempo. Se trovavo il quotidiano prescelto occupato, prendevo una rivista dall’espositore e mi accomodavo sulla poltroncina di pelle bianca, curiosando tra le pagine amene, in attesa che arrivasse il mio turno di lettura. Stamattina ho rilevato che quella stanza è stata dismessa ed è attualmente adibita a deposito libri: che tristezza, ci sono i libri ma mancano i lettori in carne e ossa! L’effetto covid ha azzerato abitudini piacevoli che vorremmo riprendere. Non è lo stesso applicarsi in solitudine da casa. Voglio sperare che la pandemia, finalmente nauseata dalle nostre rinunce, si dissolva e ci consenta di tornare a vivere non come prima, ma se possibile meglio. Poco distante dalla biblioteca, c’è la scuola elementare Giuseppe Mazzini, che di lotte se ne intendeva. Ci passo davanti e mi colpisce all’ingresso un bellissimo ibisco rosa in avanzata fioritura, con decine e decine di fiori violetti caduti a fargli da tappeto. Anche il tronco è interessante, i rami sembrano aperti in una sorta di confortevole abbraccio della sovrastante fioritura. Vabbè, lo ammetto, in certi momenti mi sento ispirata. Se il soggetto c’è, il resto vien da sé.