Incredibile quante cose si possono scoprire, curiosando nel linguaggio dei fiori. Prendi la Clematis o fiore di Bach. Ne ho una in vaso, che fa bellissimi fiori a stella blu, venati di viola. Credevo fosse morta, perché a fine vegetazione si secca e non dà più segni di vita. Invece a primavera spuntano i rametti nuovi che si insinuano sul traliccio posizionato per consentirgli di appoggiarsi, trattandosi di una pianta rampicante. Per questa sua attitudine, viene anche chiamata laccio d’amore. Sottolineo l’appropriata scelta del nome, rincuorante. Un’altra Clematis di colore rosa, acquistata al mercato, non ha avuto la stessa benevola sorte. Mi sta bene che sia sopravvissuta la blu, perché è del mio colore preferito. Adesso è un po’ in sofferenza, per via del caldo ma fiorirà fino a ottobre. Di mattina mi nutro di fiori e fermarli con l’obiettivo mi procura un intimo piacere. Ogni scatto è un regalo! Loro sono docili e non oppongono resistenza, compiaciuti di procurarmi benessere. Praticamente una terapia a metro e costo zero.