Stamattina faccio un salto a scuola: no, nessuna nostalgia, soltanto devo recapitare un presente alla collega che non può venire a prenderlo personalmente a casa – come preferirebbe – perché impegnata in una supplenza. Un classico le sostituzioni, che nel periodo invernale fioccano. Sono un po’ imbarazzata, perché non so se posso entrare. Sul cancello è affisso un pannello con il seguente monito: “Mamma e papà si fermano qua”. Io sono un’insegnante in pensione che viene a recapitare ‘la merenda’ a una collega. Per prudenza, suono il campanello ma nessuno si affaccia alla porta d’ingresso, socchiusa. Sono le dieci e d’un tratto sento un festoso chiacchiericcio: le classi elementari, contigue alle medie stanno per uscire in ricreazione. Conosco la strada, salgo le scale e mi dirigo in sala insegnanti: vuota, ma strabocchevole di carte e circolari che riempiono due lunghi tavoli. Un armadio è stato spostato ed è stato aggiunto un banco in un angolo, presumo per attività didattiche personalizzate. Per fortuna il dipinto che ritrae Gianna – la collega coetanea morta d’infarto nel 2014, alla vigilia della pensione è rimasto appeso alla parete, da dove diffonde il suo sorriso benedicente. Noto di sbiego anche la mia foto con i cigni dove auguro “Buona navigazione a chi resta” che suggella la fine del mio servizio attivo, perché la deformazione professionale rimane. Ed è quella che stamattina mi restituisce l’immagine di una scuola ancora troppo burocratizzata, senza vivacità e colore. Intristita certo dagli eventi ma stanca, in attesa di una energica cura ricostituente. Giro i tacchi piuttosto immalinconita, forse sono troppo severa e mi sbaglio. Scendo in cortile dove mi viene incontro la maestra Laura, con un vassoio di crostoli (forse qualcuno compie gli anni, forse è la maestra stessa, non glielo chiedo); me ne offre un assaggio e mi aggiorna sul percorso post scolastico della figlia Martina, mia ex alunna, senza perdere d’occhio i suoi pupilli. Ecco, sentire una mamma insegnante compiacersi dei successi della figlia procura una dolcezza che va oltre i crostoli (tra l’altro squisiti), perché mi convince che è il binomio casa-scuola a fare la differenza. Tutto il resto si può migliorare.
Ada se i tuoi ex alunni riescono con successo negli studi è anche merito tuo e degli insegnanti delle medie che hanno formato al meglio questi studenti universitari.Il nostro futuro …… 👏👏👏
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Che cara! Grazie del generoso pensiero! Chissà che il futuro sia meglio del presente! Ci contiamo! Sereno e soleggiato pomeriggio! ☀️🙂🌻🧡
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Ti immaginavo nel percorrere l’ambiente per te come una casa !
Io non sono più tornato al posto dell’ex lavoro anche se sinceramente ci ho pensato, ma non so cosa che mi ha deviato !!!
Mi viene in mente quando facevo i compiti con i miei nipoti e quando li vedevo in difficoltà dicevo loro di alzarsi e vai a fare alcuni giri in bici o a piedi intorno alla casa, di solito andavano a piedi di corsa senza fermarsi riuscendo a scaricare la tensione e riprendevano con capacità le loro difficoltà. Peccato che non si possa fare in classe a scuola !
Il binomio casa scuola è fondamentale per la formazione di un bambino come dici!!!
La scuola fornisce una base di conoscenze, ma la casa è il luogo in cui i bambini imparano i valori fondamentali e ricevono l’amore, l’affetto e il sostegno necessari per crescere e diventare adulti responsabili.
Difficilmente correggevo dicendo loro di non essere capaci, anzi dicevo loro che l’insegnante sa tutto perchè semplicemente è nata prima di loro ed anche lei non sapeva ed ha dovuto imparare e loro nn potevano certo insegnare alla maestra altrimenti non saprebbe cosa fare.
La casa e la scuola hanno un ruolo complementare nello sviluppo del bambino, e la loro collaborazione è fondamentale per ottenere buoni risultati.
Purtroppo ho notato che soprattutto i genitori sono cambiati, non forniscono un sostegno emotivo addirittura si permettono di valorizzare i voti dei figli rimproverando gli insegnanti con i figli presenti. Lo dico perchè ero presente anch’io, certo è sbagliatissimo: credo che anche i genitori devono tornare a scuola
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Come dici bene! Non ci vedrei niente di sconveniente se i genitori tornassero umilmente a scuola. Io, da mamma ci sarei andata di corsa! Tu sei una brava persona che ha fatto tesoro dell’esperienza e del passato che trasferisci a figli e nipoti. Mi auguro che ti assomiglino in molti. Comunque il tuo commento non fa una pecca, mi complimento! La casa e la scuola devono fare squadra! Grazie e buon pomeriggio! ☀️👍🌻
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