Stamattina la piantina che Manuel mi ha regalato a Natale mi ha fatto una sorpresa. Premetto che ne ho chiesto il nome a Serapia, esperta di piante e fiori, così ho scoperto che si chiama Tillandsia (il nome deriva dal cognome del botanico svedese Elias Tillands) e viene dal Perù. Ha sottili foglie ricadenti con al centro una spatola seghettata che ha emesso un piccolo fiore doppio di colore viola: una meraviglia. Osservandola bene, vedo dei puntini viola lungo i fianchi della spatola, per cui suppongo che da lì sbocceranno altri fiori come il primo. Secondo la simbologia, il viola rappresenta la spiritualità ed il desiderio di serenità, di cui in questo periodo c’è un grande bisogno. Pertanto mi accordo con la mia piantina, per ricaricarmi e poter emettere, come lei, quantomeno dei pensieri positivi, se non mi riesce di compiere delle buone azioni, peraltro difficili in clima di confinamento sociale. La mia zattera rimane la scrittura, che mi dà delle soddisfazioni quando un lettore si connette per commentare un mio post…peccato che gli affezionati siano pochi e che diverse persone preferiscano non esibirsi pubblicamente, mandandomi i commenti in privato. Approfitto per ribadire che il mio blog è come una piazzetta riservata e controllata da me, che autorizzo i nuovi commenti oppure li scarto, se non adeguati. Perciò spero che la piccola platea si allarghi e che i contatti comunichino tra loro, come in una squadra affiatata che si rispetti. Amici lettori, fatevi avanti che ho bisogno di sostegno. Sarete come i fiori della Tillandsia.
Che bello!! Siamo come i fiori della tua pianta ,che timidamente sta’ aprendo i suoi fiori a nuova vita!! Bene cari lettori apritevi anche voi e commentate i post di Ada ,così da condividere i nostri pensieri.🌠🌠🌠
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Lucia, tu sei come il giardiniere dell’angolo fiorito, un privilegio che hai in quanto fedelissima del blog. Una bella pianta perenne! 🌝
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Bella metafora quella dei fiori che saremmo noi.Sto pensando a quale fiore potre essere: una calla,dal lungo gambo oppure un gladiolo rosso fuoco.Mah,cosa dici Ada?
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Per te vedo meglio la calla, lunga ed elegante! Magari il gladiolo rosso fuoco per gli incontri ravvicinati! ❤️
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Proprio un bel paragone! Chissà che piú persone scoprano il suo blog 😉
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Grazie Manuel! E tu che fiore o pianta ti senti?
Mi ha dato l’idea Martina…una bella proposta! 👋
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Ada, io vorrei essere una margherita di campo, tu cosa dici?
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Mi piacciono molto le margherite: eleganti, bicolore…ma hanno un odore pungente. Adotto il 🌷, inodoro, elegante, misterioso. Ciò detto, tutti i fiori sono creature stupende, una delle tre cose che ci sono rimaste del Paradiso, a detta di Dante. Lucia ricambia i saluti! 💕
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La sensibilità femminile, la nostra, fa amare i fiori, tutti a mio avviso. Con questo non voglio dire che non ci siano uomini che non si prendano cura dei fiori…i giardinieri di professione sono pressoché tutti uomini! Amo in particolare le ninfee sia per la particolare simmetria, sia per il colore e soprattutto perché stanno sempre a galla…Sereno 2022!
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Forte, Antonietta! Hai ragione, c’è bisogno di stare a galla come le ninfee, peraltro fiore bellissimo. Giusto merito ai giardinieri, come rilevi. Mi hai arricchito di considerazioni appropriate, che mi sollevano il morale…e le statistiche del blog si impennano! Grazie, buona serata lassù, tra il bianco e il blu! 💙
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