Primo weekend di dicembre, pioggia e cielo grigio. Non è giornata favorevole a scattare foto, perciò cerco nell’archivio del mio tablet, dove trovo lo scatto che risponde al mio spirito odierno: uno sguardo al crepuscolo dentro lo studio, vigilato da un aitante Amaryllis sul davanzale. Il soggetto mi fa tornare in mente la frase di Confucio; “Al cielo non chiedo che una casa piena di libri e un giardino pieno di fiori”. I libri ci sono, i fiori c’erano. Anzi ci sono i Ciclamini sotto il portino, i Crisantemi nell’aiuola in giardino, i Pansè nelle ciotole… ma la stagione non è favorevole per i fiori da recidere e mettere in vaso che tanto mi piacciono. Così rimedio con le bulbose invernali, come Amaryllis e Giacinti che adesso compero, in attesa che tra un paio di mesi fioriscano quelli messi a dimora in terra. Una variante la offrono i Giacinti coltivati in acqua, che mi fanno compagnia per diverse settimane, offrendomi uno spettacolo a rate, che replico ogni anno di questa stagione. Ammetto che non mi stanco mai di occuparmi dei fiori, ci parlo anche (visto che sono sola e non desto preoccupazione di cedimento mentale)… ovvio che non mi rispondano! Però la relazione affettuosa che instauro non è a senso unico, perché a loro modo comunicano, regalandomi bellezza e serenità. Del resto sono creature abitanti la terra quanto me, con un loro scopo e non serve rileggere Il Cantico delle Creature di san Francesco, per convincersene. Ma rileggerlo per ossigenarsi fa sempre bene. Comunque l’abbinamento fiori libri mi sembra quanto mai azzeccato, e in questo periodo di limitazioni e di penitenza può essere assai salutare. Provare per credere…
Cara Ada,ai libri e ai fiori aggiungerei anche la musica per un bel connubio di pace e armonia…..
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Ottima aggiunta, a completare. Grazie 1000! 💛
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