Trovo che le Ortensie siano dei fiori stupendi, anche nella fase della decadenza vegetativa, quando scolorano e assumono nuance antiche. È il caso di quelle che ho incontrato stamattina in paese, andando dalla sarta. Anzi sono le sue, cresciute non in giardino dove regnano altre piante verdi e fiorite, ma in un retro ombreggiato della casa, quasi inosservate. Anch’io ho interrato piante di Ortensie, inizialmente rosa e celesti che si sono mischiate, così da offrire capolini variopinti che d’estate sono una meraviglia. I primi freddi determinano il viraggio dei colori, che avviene più o meno dolcemente. Quelle che ho fotografato stamattina sono una meraviglia: grandi, bicolore rosa-verdi, maestose. Mi piace attribuire alla loro trasformazione autunnale un significato positivo: un cambiamento di status incoraggiante, quasi simbolico e perfino metaforico, da estendere ad esempio alla vecchiaia e alle situazioni che implichino perdita di energia o di risorse. In altre occasioni ho omaggiato questo fiore, cui manca solo il profumo. È entrato come soggetto fotografico in due mostre che ho allestite negli ultimi cinque anni, ed ha nutrito qualche mia poesia. Praticamente fa parte della famiglia, come gatti cani e uccellini. Ne ho fatto bouquet sistemati in vaso senza aggiungere acqua, che si conservano a lungo. In passato le ho anche coperte di porporina oro e argento per addobbi natalizi, ma le preferisco al naturale. Quando poi sono totalmente esaurite, le uso come… fuochi d’artificio durante l’accensione della stufa: nel loro sfrigolio percepisco un saluto ed un arrivederci alla prossima primavera.
Ortensie e ricordi.
Io non ho un vero e proprio giardino, ma la casa è circondata da un bel parco con piante sempreverdi e alberi da frutto tra i quali sistemo vasi di rossi gerani. Al limite del cortile ombreggiato da maestosi cedri e lungo un fresco corso d’acqua ricordo che mia madre ha piantato parecchie ortensie che fioriscono tutta l’estate in turgide sfere blu, rosa e viola. Ora le curo io; le innaffio d’estate, ho imparato a potarle sul finire dell’inverno e in primavera mescolo al terriccio, tra le radici, un po’ di torba, che mantiene l’umidità, con trucioli di ferro che a detta di alcuni conferiscono vivaci colori ai fiori che ora a fine ottobre sono già secchi e, malgrado le foglie ancora verdi, mi mettono tristezza perché penso a mia madre che non c’è più, ma sono rimaste le sue amate ortensie e questo un po’ mi consola.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Che bello, Piero: Rita sarebbe orgogliosa delle tue cure e anche del tuo fiorito linguaggio: le turgide sfere sono una meraviglia! Pensa seriamente a metterti a scrivere… hai le carte in regola, eccome. Se ne sono accorti anche altri lettori.
Sei libero sabato mattina o preferisci che faccia un salto domattina, all’ora che mi dai tu? Ho appena fatto i muffin…
"Mi piace""Mi piace"
Per me va bene anche domattina oppure sabato all’ora consueta, vedi tu e fammi sapere.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Valuto domattina, quando il tempo da trascorrere insieme non sarebbe risicato.
Ti faccio sapere entro le nove, intanto buona serata, grazie
"Mi piace""Mi piace"