Tempo fa, la domenica mattina portavo in passeggiata Astro, il cane. Poi sono intervenute le limitazioni per il covid, la pigrizia, il caldo e ho ridotto il percorso. Però il viottolo tra i campi esiste ancora, immerso nella natura e generoso di relax. A suo tempo gli dedicai una poesia, intitolata SENTIERO BENESSERE, che mi suggerisce una riflessione su cosa significhi questa parola. In parte la poesia lo chiarisce: Un viottolo di campagna,/la torre campanaria,/il silenzio e il canto degli uccelli,/,tanto verde e la frescura:/ecco la cura/contro ansia e stress! Provo ad aggiungerci dell’altro, dopo essermi documentata. Secondo una statistica, il benessere viene valutato in base a dodici variabili, che comprendono salute, istruzione, lavoro, relazioni sociali, patrimonio culturale… e ambiente. Quindi ci siamo: dove si vive conta eccome, la natura non è solo un contenitore ambientale ma influenza la qualità della vita in maniera sensibile. Detta in altre parole, la salute psico fisica della persona è legata a doppio nodo con l’habitat. Non serve un grande sforzo per condividere un concetto intuito dagli antichi; penso ad esempio alle Bucoliche e alle Georgiche di Virgilio, in letteratura. Il problema, se mai sorge quando il rapporto si sfalda a causa delle aggressioni umane all’ambiente… ma su questo oggi preferisco non argomentare. Do una voce al cane: prima che il caldo aumenti esco per la passeggiata, con meta il sentiero benessere.
Un aneddoto.
L’anno scorso a luglio sono stato a Milano a far visita a mia figlia che abita nella metropoli. Tre giorni di caldo torrido, tutt’attorno solo cemento e asfalto, traffico caotico, un vago senso di soffocamento. Al ritorno sul treno l’aria condizionata non funziona, afa e sudore a profusione. Sceso a Castelfranco prendo la mia auto e mi avvio sulla statale che porta al paese, strada libera, fiancheggiata da maestosi platani, chilometro dopo chilometro mi appaiono sempre più vicine e nitide le mie amate montagne sovrastate dal maestoso massiccio del Grappa di un verde intenso per la fitta vegetazione. L’aria si fa sempre più fresca e ravviva quel paesaggio agreste che mi viene incontro così familiare e rassicurante. Piano piano mi sento meglio, rilassato alla vista di tanta bellezza della natura, ma d’un tratto mi viene da chiedermi: “figlia mia, cos’hai trovato a Milano per indurti a rinunciare a tanta ricchezza?” Sospiro, pensando che forse un giorno tornerà nel verde suo paese.
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Che bello, Piero, il tuo attaccamento al luogo d’origine… del resto giustamente apprezzato per le molteplici attrattive, non solo ambientali. Tiziana ha fatto una scelta “metropolitana” per amore, e l’amore, come si sa vince su tutto! (naturalmente finché dura!) 😄
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