Giornata perturbata: stamattina (ieri) molto caldo, al pomeriggio afoso, verso sera nuvoloso. Prima che piova vado nell’orto dei semplici – ne ho parlato in un altro post – a raccogliere le more: grosse, nere, invitanti che si staccano facilmente dalla pianta e si sciolgono in bocca. Trattasi di more di rovo coltivate, per nulla esigenti e diventate nel tempo una bordura rustica dello spazio dedicato. Mentre mi sposto con cautela tra aromatiche ed erbe varie, mi avvolge un profumo di menta che sale dal basso: un giorno o l’altro verrò a raccoglierne le foglie per prepararmi un mojito. Un pomodorino ciliegino è giunto a maturazione e mi sembra un ottimo ingrediente da aggiungere al mio pasto frugale. Per oggi, il pezzo forte sono le more, in compagnia di qualche prugna che raccolgo in fase di rientro in cucina. Osservando il mio paniere, trovo Il viola delle prugne rasserenante, il nero delle more energizzante, mentre il pomodoro rosso dà un tocco di colore che vivacizza l’insieme. Un godimento per gli occhi e per il palato. Un dono di madre natura.
Che buone le more!!! E il mojito approvo: é uno dei pochissimi alcolici che gradisco. La menta gli dà quel tocco che non fa sentire il pizzicore dell’alcool.
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A dimostrazione che spesso i frutti più rustici appagano i palati più raffinati!
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Bravi degustatori di cose genuine… e fedeli lettori
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