Uscita didattica

Una volta si chiamavano gite scolastiche. Adesso si parla di uscite didattiche, ma l’obiettivo rimane lo stesso: sensibilizzare gli alunni su un dato argomento, portandoli sul posto dove viene impartita una lezione diversa, più accattivante rispetto a quella fornita in classe. La diversità del luogo, il suo valore intrinseco e la collaborazione fornita da personale specifico esterno sono ingredienti che contribuiscono al successo dell’iniziativa. È ciò che è successo per l’uscita della classe quinta elementare di Castelcucco al Bosco delle Penne Mozze di Cison di Valmarino ieri, mercoledì 29 marzo, concretizzando il progetto “Studenti in prima linea” rivolto anche alle classi terze medie, che sono state di recente sul posto. Accompagnati da un gruppo di Alpini di Castelcucco, dalle maestre Lisa e Maria Chiara, 22 alunni hanno vissuto un’esperienza di intenso impatto emotivo, che non scorderanno. D’altronde il luogo è un museo a cielo aperto: 15 sentieri distribuiti su un’ampia superficie sono dedicati alle 15 medaglie d’oro al valore militare conferite agli Alpini trevigiani caduti nella Grande Guerra e successivi conflitti. Si contano oltre 2400 nomi di Alpini morti, ricordati da cippi e targhe disseminati tra gli alberi, in un luogo che è un monumento al ricordo locale e nazionale, inaugurato nel 1972. Accolti con una salutare merenda, gli alunni hanno assistito rispettosi all’Alzabandiera, ascoltando l’Inno di Mameli. Completa attenzione è stata riservata alle informazioni della guida (riversate puntualmente nei testi scritti l’indomani in classe). Dopo la sosta presso alcuni cippi e alle statue raffiguranti la “Madonna delle Penne Mozze” e il “Cristo delle Penne Mozze” hanno gustato una sostanziosa merenda a base di prodotti locali, estesi ovviamente anche alle insegnanti. Una gradita sorpresa è stato l’intervento della maestra in pensione Cecilia Barbato che ha letto la poesia dedicata Al Bosco delle Penne Mozze. Al momento del congedo, un omaggio degli Alpini con annessa poesia di Bertold Brecht ha concluso l’incontro, durante il quale Storia, Poesia e Cittadinanza si sono armonizzate. Durante il ritorno in pullman, i canti degli studenti in tema con la visita hanno suggellato un’uscita didattica pienamente riuscita.

10 pensieri riguardo “Uscita didattica”

  1. Sono d’accordissimo che per gli studenti sia un impatto emotivo, non ricordo nel corso della scuola frequentata un momento del genere, forse al mio tempo non era previsto oppure non è stato motivato nella mia mente !!!
    Ciò può essere positivo o negativo a seconda del tipo di uscita e delle aspettative e dei bisogni degli studenti.
    Mio nipote terza superiore assieme ai compagni ha trascorso fine settimana a Firenze accompagnati dai professori: Sentire il suo racconto sul momento vissuto non c’è stata una parola su Firenze e le sue meraviglie !!! Il suo entusiasmo emotivo si è completamente aperto nell’aver trascorso con i suoi compagni momenti di mancato controllo e vita spensierata, più di notte che di giorno, anche questo è necessario ed utile, cosa che noi adulti non diamo per necessaria !!!
    Un’uscita didattica può offrire un’esperienza di apprendimento unica e ricca di emozioni, sia positive che negative. Ad esempio, un’uscita didattica in un museo può aiutare gli studenti a sviluppare un’apprezzamento ed una conoscenza più profonda sull’argomento, ma può anche essere una fonte di stress se gli studenti non si sentono preparati come è successo a mio nipote. Loro studiano informatica e sicuramente prima di partire gli insegnanti non hanno data loro un’illuminazione per entrare mentalmente in quello che sarebbero andati a vedere e capire !!!
    Inoltre, un’uscita didattica può aiutare gli studenti a sviluppare le loro abilità sociali, cosa che si è verificata con un viaggio a Firenze, tanto che sarebbe stata la stessa avventura se andavano a vedere Casacorba

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    1. Casacorba tal quale Firenze: forte! Comunque hai ragione: bisogna pensare anche al risvolto socio – affettivo. Certe esperienze sono più formative dentro che fuori. In ogni caso tuo nipote ha un ottimo zio. Grazie dell’intervento e buon pomeriggio! 👋

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  2. Che bella descrizione sembra ci fossi stata anche tu ieri assieme alle maestre e alunni.Lo sai che io non ci sono mai stata? Mi hai incuriosita ,farò una ricerca in merito sperando in una mia prossima visita.Ciao Ada 🤩🤩🤩

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  3. No,io non ho mai avuto una uscita didattica,il mio maestro, ancora vivente,non voleva saperne , comunque l importante è preparare gli alunni al percorso che vanno a intraprendere,che sia storico,d arte o quant’altro.Ho visto in occasione di una visita a Venezia dei ragazzini lasciati allo sbaraglio,il commento di una mamma è stato:se sono in gita i ragazzi lo sono anche gli insegnanti. Questo mi ha spaventato non poco.

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    1. Condivido lo stupore, non dovrebbe succedere. Infatti molti insegnanti evitano di accompagnare gli studenti ‘in gita’ e si intuisce perché. Parecchi anni fa, un giovane collega si era perso per le calli di Venezia…ed è tornato per conto suo! I ragazzi sono eccitati all’idea di stare fuori casa…ma i bravi docenti lo sanno e talvolta si portano dietro qualche genitore…rovinando la festa! Non si può accontentare tutti! Brava Luisa, ti leggo volentieri. Saluti al coniuge! 👋

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