Care Donne, amiche, colleghe, lettrici… chiunque siate e dovunque stiate, Vi auguro di trovare oggi tanta dolcezza, non fatta di fiori e cioccolatini ma di sostanza. Nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne non voglio parlare delle vittime, che non vanno dimenticate e che sono i nostri angeli custodi. Preferisco invocare la gentilezza che in teoria ci distingue dai maschi, ai quali forse ci siamo scordate di insegnarla, oppure l’abbiamo trascurata, ritenendola a torto distintivo nostro. Parlo per me che ho un figlio maschio, ma credo di essere in buona compagnia. I tempi complessi e le tortuosità della vita ci hanno modificate, togliendoci qualche nota femminile e rendendoci più virili, così non è sempre chiaro da che parte stare, in quale metà della mela. Però se la diversità è un valore, è bello condividerla ed anche mischiarla con i padri, i mariti, i fratelli, i compagni che oggi ci guarderanno con un occhio di riguardo. Nella malaugurata ipotesi che ciò non avvenga, pensiamo alle donne vittime di violenza e facciamo squadra, perché la vita, che a noi è concesso di donare, vale tutta. Che sia colorata di rosa o di azzurra fa lo stesso. Ciao donne, una di Voi
Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne mi siano concesse delle riflessioni.
Ci sono vari tipi di violenza, quella più comune è quella fisica che connota ad esempio la violenza sulle donne, ma c’è poi anche quella verbale che sperimentiamo quotidianamente e di cui spesso siamo oggetto, ma quella più grave è quella psicologica, più sottile, più subdola, non meno dolorosa e dannosa di quella fisica, anzi, è spesso la violenza psicologica che come reazione scatena quella fisica.
Le donne comunque non sono le sole oggetto di violenza, pensiamo agli anziani costretti a sopravvivere con 400 euro di pensione al mese, i bambini vittime della dilagante peste della pedofilia, i disabili per i quali la semplice presenza di barriere architettoniche è di per sé una violenza senza parlare delle espressioni gravissime del razzismo e dell’omofobia. Banalmente anche i maltrattamenti degli animali sono espressione dell’indole violenta connaturale all’uomo.
Ma cosa possiamo fare per arginare questa deriva? Non è tanto un problema di carenza legislativa si tratta di un problema culturale: dobbiamo, dico noi tutti, imparare il RISPETTO, riconoscere cioè il valore unico e speciale di ogni persona, solo questo può creare una nuova mentalità più aperta, altruista, tollerante, civile.
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Che belle parole, Piero, avrei voluto scriverle io! Sono totalmente d’accordo con te, la violenza è un male subdolo spesso nascosto dietro parvenze allettanti che colpisce tutte le fasce d’età. Ci vorrebbe più Etica e meno… estetica, più sostanza e meno superficialità e incentivare il rispetto, alla base di ogni relazione. Comunque, anche riflettere su queste questioni è positivo. Ti ringrazio per il contributo, sempre dettagliato e in argomento.
P.S.- Dopo il funerale, mi sono trattenuta con Antonella (Stella d’oro) che rimpiange la tua cultura… le ho detto che commenti sul mio blog e da ieri mi segue!
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Anche oggi vi ringrazio.
È tutte le donne del mondo.
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Grazie Martina, teniamoci sempre in prima linea!
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Assassini da buttare in galere e lasciar marcire lí: questo si meritano quegli uomini che maltrattano, uccidono e disonorano con le piú disparate violenze donne e bambini. Mi é sempre stato insegnato che non bisogna augurare del male a nessuno ma in questi casi é una cosa molto difficile da rispettare. Non si meritano nulla quel genere di persone!
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Donne, non esitate a parlare in questi casi ma fatevi valere: non siete voi in torto ma quelle belve (animali non rappresenterebbe bene la situazione dato che molto spesso hanno un rispetto maggiore del nostro sui rapporti con i loro simili) con cui state. DENUNCIATE E NON ABBIATE PAURA!!!
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Appello che sottoscrivo!
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