Nel quotidiano locale un titolo cattura il mio interesse, perché contiene la parola “garden”, a me cara sia per il significato “giardino”, sia perché in un lontano passato, non del tutto archiviato sono stata una frequentatrice dell’omonima sala da ballo, al Ponte della Priula a Susegana. Nell’articolo si parla del ballo di gruppo di un centinaio di persone, in barba al divieto di assembramento. Qualcuno ha filmato l’evento, che è approdato alla stampa ed è finito in cronaca, mi verrebbe da definire rosa, se non fossimo in piena pandemia. Indaga il prefetto. Al di là dell’episodio, che non sarà l’ultimo di tal genere, mi pongo due domande:1) Quanto costa obbedire alle regole? 2) Quanto vale la vita degli altri? Alla prima rispondo molto, in rapporto anche alla vita sociale di ogni persona, più o meno intensa. Per la seconda mi soccorre l’art. 32 della Costituzione Italiana, tante volte citato a scuola, che definisce la Salute un bene individuale e collettivo. Come dire che nessun uomo è un’isola. Ora come allora, percepisco che la dimensione civica è carente e bisognerebbe dare molto più spazio, tra le materie scolastiche, alla Educazione Civica, aggettivo che riguarda appunto il cittadino, civis in latino. Negli ultimi decenni i programmi si sono ampliati a dismisura, accogliendo novità didattiche sacrosante, ma trascurandone altre, a torto ritenute “superate”. Con le conseguenze deludenti che conosciamo riguardo al bel parlare, ma anche a livello relazionale. Inoltre sono stati aboliti tutti i riti di passaggio che introducevano all’età adulta. Lungi da me fare una lezioncina facile sul rispetto delle regole, che costano parecchio anche alla sottoscritta, ex ballerina provetta. Adesso che sono “in quiescenza”, ascolto la musica a gambe ferme, lasciando i pensieri volteggiare a briglia sciolta.
Che dire Ada, sono delle persone incoscienti da multare perché mettono a repentaglio la vita delle persone più deboli.Essendoci una pandemia in atto non mi sembra il caso di darsi alla pazza gioia senza pensare alle conseguenze .
Non ho parole……..
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Non ho parole… sono le parole giuste!
Vediamo cosa ne pensa il nostro amico Piero, che sa andare dritto al cuore del problema. Comunque è sacrosanto indignarsi per tanta leggerezza quando la comunità soffre!
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Se tutti ragionassero con il cervello senza pensare a un obbligo, forse chiudiamo il discorso pandemia. Bello il post come tutti del resto. Ciao fanciulla ex ballerina 💃 più che “positivi” cerchiamo di essere ottimisti 👋👋👋👋
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Brava Marcella, dici in modo schietto quello che pensiamo tutti (meno quelli che non pensano…). Avanti con l’ottimismo, che tra poco ne usciamo!
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Osservare le regole.
Obbedire alle regole anticovid non dovrebbe costare fatica quando c’è la consapevolezza che il loro rispetto è nostro tornaconto e salvaguarda anche la salute e incolumità del prossimo, perché la vita degli altri vale quanto la nostra, anzi di più perché della nostra possiamo disporre ma non di quella altrui. Non sembra, ma è sempre questione di libertà: la nostra termina dove inizia quella dei nostri simili.
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Se tutti avessero la tua chiarezza (e profondità di pensiero), la convivenza sarebbe un piacere! Bravo Piero, sto “toccando” le tue corde e ne esce una musica rilassante e confortevole. Continua così, grazie di 💙
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Mi ricordo i suoi richiami all’articolo 32 della costituzione e, non solo quello! Che bei ricordi!! E il tempo è volato da allora: mi piacerebbe poter tornare indietro alle volte ma credo che il passato debba rimanere nei ricordi: bisogna pensare al futuro ma assaporare ogni attimo del presente.
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Saggia deduzione: meglio vivere il presente, senza scordare il passato, augurandosi di poter godere del futuro. Come Gina…
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