Fatta la presentazione del mio ultimo libro, mi concedo lo svago dolciario dei muffin alle mele, che cadono in quantità dal mio albero in prossimità dell’orto, peraltro trasformato in una zona mista tra fiori e frutti. Secondo un rituale noto ai contadini, le piante da frutto producono ad anni alterni, e questo è quello buono per il mio melo che non è stato trattato con prodotti chimici contro le consuete malattie, cosicché i frutti sono “ruspanti”, spesso ammaccati e con sgradevoli macchie. Ma quello che resta di commestibile è naturale e gustoso! Per recuperare il prodotto che cade per terra e sottrarlo alle lumache, urge raccoglierlo e trasformarlo in fretta. Poco fa ho provveduto facendo i muffin, stasera farò mele cotto e domani magari la composta di mele e cannella. Se farà brutto tempo, potrebbe scapparci anche lo strudel, ovviamente di mele! Il profumo che si diffonderà per la zona giorno donerà una nota allegra alla domenica. Ho già in mente i destinatari delle mie leccornie: Lucia, Lara, Adriana, Marcella… senza dimenticare le mie colazioni mattutine. Succede che qualche volta resti senza muffin fatti in casa e mi adatti a consumare un prodotto industriale… ma non c’è storia. Il mio palato si è abituato alle mie leccornie, con ingredienti dosati e controllati, grassi compresi. Anche il mio colesterolo ringrazia. Io ringrazio madre natura e il frutto di Eva!
Cara Ada, le mele, che frutti speciali, semplici, versatili nell’uso, hanno pochissime controindicazioni. Pensi che anch’io ho un melo, non lo tratto con alcun anticrittogamico, mi regala ogni hanno le sue melette, un anno più, un anno meno; anch’io mi affretto ogni mattina a raccoglierle e poi ne faccio uso, anzi mille usi: crostate, confettura estemporanea da consumare a colazione, torte varie e persino, in aggiunta a dadini di speck, condimento per pasta!
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Mi ha abituato troppo bene ultimamente con i suoi dolcetti e marmellate! Concordo che tornare all’industriale é dura… TANTO DURA!
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