Vado a salutare Marcella, mia amica da almeno quarant’anni: discreta, disponibile, premurosa. All’ingresso, uno spazio delimitato è riservato al verde, dove fa bella mostra di sé uno straordinario Oleandro bicolore giallorosa, nel pieno della fioritura. Non siamo al mare, ma la foto che lo immortala sullo sfondo del cielo a batuffoli è ossigenante. La pianta ha una lunga storia, iniziata oltre trent’anni fa. Prima mi apparteneva. Quando seppi di aspettare un bambino me ne disfai, sapendo che fiori foglie e legno sono altamente velenosi. Non potevo correre il rischio e a malincuore la trasferii, col suo consenso, da Marcella, che abitava in una casa immersa nel verde. Allora si trattava di un oleandro giovane, che non ebbe problemi di adattamento. Poi anche Marcella cambiò casa e si portò dietro il mio dono che per la terza volta dovette ambientarsi nel nuovo habitat, dove si trova tuttora, con reciproca soddisfazione di entrambe. A ben pensare, una bella storia di resilienza vegetale e di amicizia duratura. Anche le piante possono raccontare cosa c’è dietro il loro percorso e svilupparsi maestosamente quando capitano tra le mani di chi si vuol bene e ama la natura.