Non sapevo che la Portulaca fosse una pianta commestibile. Circa un mese fa, ho comprato al mercato sei vasetti di Portulaca, detta anche porcellana, tre bianchi e tre rosati, che ho interrato in una fioriera in pieno sole, perché non hanno bisogno di acqua e resistono alle alte temperature. I fiori sono piccoli e si chiudono di sera, un po’ come le Ipomee. Curiosando nel web, scopro che le foglie della Portulaca sono ottime se aggiunte alle insalate e alle frittate… quindi so già cosa mangerò stasera! È già successo con gli aghi dell’abete divenuti ingrediente del risotto. Per non parlare delle bacche della rosa canina, trasformate in liquore, con tanto di foto sulla bottiglia. Adesso che ci penso, anche se nego di essere una brava cuoca, ammetto che ho fatto volentieri qualche esperimento culinario in cucina. Il top però rimangono le marmellate, o meglio confetture realizzate con la frutta prodotta dalle mie poche e generose piante. Giusto poche ore fa mi sono dedicata alla trasformazione delle prugne cadute dall’albero in sette vasetti di confettura violetta. Con il cambio di stagione faranno da copertura alle future crostate. Sono d’accordo con chi sostiene che l’ideale è consumare il prodotto fresco, e lo faccio. Ma è un peccato lasciar marcire nell’erba quello che cade per svariati motivi. Ho sperimentato che procura una grande soddisfazione nutrirsi a metro zero con i propri prodotti; nel mio caso, spulciando la mattina tra i lamponi e le fragole. Se la pianta si è stabilita in casa da sola, come il susino goccia d’oro, la soddisfazione è doppia. Quando abitavo in condominio, ignoravo il piacere della raccolta diretta dei fiori e dei frutti. D’altronde dovevo occuparmi di altro, non meno importante! Però adesso mi godo quello che ho, accordandomi col proverbio “Ogni frutto ha la sua stagione”!
Post leggero e gustoso,😋 è sempre un piacere leggerti. Complimenti! Ciao
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I tuoi commenti brevi ed incisivi sollevano come una bibita fresca col solleone! Grazie, ciao 💛
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Guai a chi tocca la portulacca di mia nonna: ci tiene da matti insieme al suo “roser”, entrambi vecchi di generazioni ormai… Che scoperta bellissima quella che si può mangiare! E come al solito coglie nel segno: mangiare la frutta cogliendola direttamente dall’albero o dalla terra è sempre una meravigliosa esperienza. Il gusto delle ciliege mangiate “suea saresera”: impareggiabile!
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Tua nonna è una buongustaia e tu sei il suo degno nipote. Concordo con la frutta colta e mangiata sull’albero… ma anche la marmellata, ops confettura non è male. Tu ne sai qualcosa…
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Ciao Ada buongiorno !
La tua poesia culinaria ha conquistato le amiche “italiane all’estero” : ci fai gustare la vita di tutti i giorni , grazie.
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“Molto buona, è ricca di omega 3 ,io la conservo anche sott’aceto. ”
Questo è un commento delle suddette amiche . Ciao
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Che bella questa condivisione, mi fa sentire… una conviviale di un banchetto speciale! Grazie a te e alle tue amiche 💛
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Arrivano via via altri commenti ….
“Buongiorno a voi, si certo la portulaca si mangia, in arabo si chiama فرفحينه, ‘farfaheni’, mia suocera la cucinava con le cipolle, come ‘khobbezi’, molto buona! “
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Quante cose si scoprono, bella questa apertura culinaria! Grazie… e buon appetito!
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