La tenerezza è un tema difficile da trattare. L’industria dolciaria ci va a nozze, i fioristi ci campano grazie agli omaggi floreali, la musica popolare ne è piena… ma nel privato possiamo riconoscerla? Mi viene spontaneo pensare alle cucciolate nel mondo animale, oppure ai cuccioli di uomo, a me stessa bambina. Poi il tempo ha steso un velo su questo nobile sentimento, che si è smorzato, fino quasi a dissolversi, camuffato talora da rituali cerimoniosi. Ecco, un’opera d’arte aiuta a pensare, a qualunque ambito appartenga. Nel caso del dipinto cui mi riferisco “ABBRACCI”, trovo la risposta nell’abbandono della figura femminile, protesa sul gruppo che la sostiene: potrebbero essere il padre e la madre, oppure un fratello e una sorella, un figlio e un marito… due amici, due parenti, due compagni di pari genere. La declinazione emozionale può variare a seconda del legame instaurato. La mia interpretazione è opinabile, bisognerebbe interpellare l’autore. In ogni caso, anche solo osservare l’opera senza lambiccarsi il cervello, personalmente mi rilassa e mi fa sperare di poter replicare nella realtà l’abbraccio efficacemente rappresentato.