Caro luglio, cosa ci porti? Dopo mesi strapazzati dalla pandemia, il distanziamento sociale, la perdita di persone… forse anche di buone abitudini per coltivare gli affetti, non potresti almeno evitarci trombe d’aria, grandinate, piogge torrenziali e nubifragi? Mi pare di sentirlo replicare, il mese del solleone e rinfacciarci che lo stravolgimento del tempo è opera nostra, che abbiamo trattato la natura come una pezza da piedi, inquinando e avvelenando senza pietà. “Adesso siamo alla resa dei conti – mi rintrona nelle orecchie – e vorreste stagioni normali con relative soddisfazioni, bella pretesa!”. Sconsolata butto lo sguardo al cielo, premonitore di scenari apocalittici. Può succedere di tutto quaggiù, se lassù la turbolenza non si dissolve. Mi faccio un esame di coscienza e penso cosa posso fare per non peggiorare la precaria situazione ambientale. E prendo nota. Non mi pare di avere grandi pretese: un po’ di sole, un po’ di mare, qualche amico… Vedi tu luglio, se puoi aggiungerci dell’altro (buono, s’intende) per noi, distratti amanti della Natura.