Un cordiale saluto dal mio luogo dell’anima, il pergolato di glicine. La pianta mi fu regalata per un mio compleanno da mia mamma, diversi anni fa: ora lei non c’è più, ma il suo dono è cresciuto in maniera avvolgente e flessuosa, regalandomi fiori colorati e profumati… ed ora ombra. Praticamente è come se mia madre continuasse a proteggermi da un luogo che immagino sereno come il gazebo naturale dove scrivo. Tra l’altro, non piace solo a me, ma pure alle mie gatte Puma e Grey che vengono a scorrazzare sui tralci dove si fanno le unghie. Anche il vecchio cane Astro non disdegna rotolarsi sulle foglie secche attorno al tronco che fa da tavolino. Nel contesto del modesto giardino (la parola giardino è un eufemismo perché l’area è un mix di piante e fiori, più somigliante al “brolo” di una volta), il glicine dà l’idea di un boschetto che invita al relax, favorendo lettura e scrittura. Un regalo su misura, con valore aggiunto crescente. Siccome amo i fiori e mi piace fotografarli, va da sé che il glicine è una fonte di emozioni. Gli ho anche dedicato una poesia, che ho stampato e successivamente appeso ad un tralcio dove è rimasta a volteggiare… finché un temporale l’ha spazzata via. Voglio sperare che il glicine abbia comunque gradito.