Sul settimanale il venerdì di Repubblica, nella rubrica PER POSTA di Michele Serra leggo la lettera IN DIFESA DEL CLASSICO E DEI CLASSICI che mi interessa, per i miei trascorsi scolastici. L’ autrice della lettera, docente di latino e greco lamenta un vistoso calo delle iscrizioni al Liceo classico, legata anche alla diffidenza verso una scuola “erroneamente percepita come elitaria”. La risposta va nel verso di un conforto perché “Socrate, Orazio, Lucrezio e Seneca” hanno ancora da insegnare molto per chi si mette in ascolto. Convengo con chi scrive che la scuola non è un ufficio di collocamento, ma prima di tutto un luogo di crescita culturale e civile. La risposta del direttore è che “nel Classico c’è qualcosa che non lo rende simpatico ai razionalizzatori della produzione”. Adesso dico la mia. Oltre mezzo secolo fa mi iscrissi al Liceo classico per scelta, condivisa dei miei insegnanti delle medie, in primis della docente di Lettere, senza nessuna copertura alle spalle. Non fu una passeggiata. Sintetizza tutto, il pensiero di Aristotele: “Le radici della cultura sono amare, ma i frutti sono dolci”. Nei primi compiti in classe di italiano presi insufficiente, con grande stupore dell’insegnante che mi aveva ‘licenziato’ col nove. Le due colleghe si parlarono e risalii la china. Ma dal Ginnasio (così si chiamavano i primi due anni del quinquennio) dovetti approdare al Liceo (ultimi tre anni) prima di prendere bei voti in Italiano, quando finalmente recuperai il mio nove delle medie. Il percorso è stato impegnativo: sono uscita con la consapevolezza di avere imparato molto, culturalmente parlando, ma soprattutto di ‘essermi fatta le ossa’ come persona. Infatti il successivo percorso all’università di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia mi è parso una passeggiata. Pertanto sono contenta di aver frequentato il Liceo Classico G.B.Brocchi di Bassano del Grappa. Per alimentare la cultura, dopo ci ho messo del mio, perché non ho mai smesso di essere curiosa, con i Classici sempre a farmi da riferimento. Assolutamente persuasa, che non si smette mai di imparare.
la scuola sia umanista e professionale, si insegni un lavoro e la poesia, si educhi alla parola bella e al fare.
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Hai condensato a meraviglia quello che penso anch’io: grazie! Sereno pomeriggio! 🥳
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Concordo con te e il tuo percorso di studi classici ,che ti hanno forgiato nel tuo percorso poi di insegnante.Buon pomeriggio!! 🌹💖
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Grazie Lucia, non rinnego nulla, neanche il sacrificio notevole che mi aveva fatto perdere cinque chili i primi mesi di scuola superiore…poi tanti sonni infarciti di versioni dal latino e dal greco. Una gavetta ‘coi fiocchi’!
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La mia percezione di vita, le mie capacità rivolte al sapere e la volontà di entrare nel vedere e capire, l’ho sempre visto come un buco enorme da riempire.
Ero cosciente sin dai 17 anni quando ho dovuto andare via da casa che mi mancava moltissimo le capacità individuali per essere simile ai miei amici conosciuti al lavoro o nei luoghi che frequentavo in fatto d’istruzione.
Alcuni amici che arrivavano tutte l’ estati da Torino città, mi meravigliavano per la loro superiorità nel parlare con le ragazze, o fare giochi o sentirsi al pari dei grandi.
Cosa che ritenevo mi mancasse
A quei tempi l’unica cosa che volevo era di fare soldi al di la del sapere, derivante dal fatto che ero poverissimo, tale che i primi stipendi li ho usati perchè la mamma comprasse cose ai miei fratelli.
Si non è andata male, a 19 anni avevo comprato appartamento e macchina nuova più 3 ragazzi che lavoravano per me.
Poi incidente a Monte Carlo, che dopo un anno di ospedali ho capito cosa era la vita.
Da allora sono partito nel volere riempire di informazioni, conoscenze e la cultura
Il classico insegna che la cultura e la conoscenza devono essere apprezzate e trasmesse a chiunque sia disposto ad impararle. Insegna anche che le persone devono essere aperte a nuove idee e culture e che devono lavorare insieme per trovare soluzioni per i problemi. Insegna anche che è importante esplorare le proprie passioni e sviluppare un senso di responsabilità verso la propria comunità e le generazioni future.
Adesso non salto il teatro, come l’altra sera e ieri sera, un libro, informatica e scienze e tutto quello che mi aiuta a sentirmi a conoscenza con il nostro esuberante cervello
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Caspita, anche stasera mi ha ‘fregato’ il dito ed è sparita la risposta che sintetizzo: fai bene a recuperare ciò che hai dovuto sacrificare da ragazzo! Comunque ti sei dato da fare, aiutando mamma e fratelli: super! Adesso goditi tutte le forme dell’arte e l’amicizia. Ah, dovevo dirtelo da tempo, a tua consolazione: una persona che ogni tanto commenta i miei post e legge anche i tuoi, si è fatta l’idea che tu sia un professore: direi che puoi considerarti tale, essendoti guadagnato il titolo sul campo! Ciao collega, buona serata 👋
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