Ho fatto il mio consueto giretto per il giardino. Ieri è piovuto abbondantemente, la temperatura è scesa. I gladioIi hanno perso la loro fierezza e si sono un poco inclinati, sotto le sferzate che hanno accompagnato i rovesci. Mi concentro sulle rose rampicanti che tappezzano il traliccio di sostegno, una varietà antica, che produce fiori aggruppati. Mi attrae un esemplare isolato, perfetto nella nitida bellezza dei cinque petali bianchi ondulati, spruzzati di giallo in prossimità dei pistilli color oro. Mi viene spontaneo considerare che è solo e bellissimo, la sua condizione di isolato rispetto al contesto pieno di fiori stretti a gruppi di tre o quattro è un’anomalia solo per chi non considera la natura nella sua interezza. Niente di filosofico, forse un apprezzamento per la diversità, e una rivalutazione della solitudine come condizione umana non sempre negativa. Se non è subìta ed è frutto di una scelta, mi pare appropriato il detto latino attribuito a san Bernardo “Beata solitudo, sola beatitudo”. Con auguri di serena domenica!
Bella considerazione la tua “solitudine”.Anche io a volte cerco di isolarmi per ritrovare i miei pensieri di oggi e di ieri.In certi momenti è un toccasana ,basta cogliere in questo il ” bello” del momento.Carpe Diem.
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Cara Lucia, sono d’accordo con te: a volte la solitudine è un toccasana. Non bisogna avere paura di stare con se stessi, per condividere poi serenamente con gli altri. Siamo un impasto curioso di contraddizioni, siamo umani! Grazie, ciao!
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