Sono arrivati in Italia Munzir e Mustafa, protagonisti della foto simbolo del conflitto siriano: il padre ha perso una gamba per lo scoppio di una bomba, il figlioletto è nato senza arti inferiori e superiori perché la madre, quand’era in cinta ha respirato gas nervino. Lo sento al telegiornale, che già si era occupato del caso. Lo scatto ha vinto il Siena International Photo Awards 2021, prestigioso concorso fotografico cui partecipano artisti di 163 Paesi ed è opera del fotografo turco Mehmet Aslan: reggendosi su una stampelle il padre solleva il figlio di cinque anni, in un momento di tenerezza. Adesso padre e figlio saranno seguiti dal Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio (BO), che accoglie ogni anno 11.000 pazienti. Una storia dura che potrà avere un seguito positivo. Il percorso riabilitativo non sarà tutto rose e fiori, ma almeno è stata offerta a padre e figlio la possibilità di una vita meno complicata, attraverso delle moderne protesi. La loro storia offre anche l’occasione di riaccendere i riflettori sul dramma internazionale della Siria, paese sconvolto e distrutto da una guerra che dura da più di un decennio (iniziata il 15 marzo 2011). Ritornando alla foto e anche al video disponibile sul web, impossibile non farsi prendere dagli occhioni vispi e dalla vivacità del bambino che si muove come un gatto amputato e curioso. Del padre 35enne intuisco la pena per il figlio, ora sostenuta dalla speranza di poter migliorare la condizione di entrambi. Oggi è la giornata mondiale degli abbracci: sembra una ricorrenza risibile, di questi tempi appesantiti dalle restrizioni sanitarie. Ma la foto dell’abbraccio gioioso tra padre e figlio, pur limitati nel fisico è indice di quanto e come il vero amore scavalchi ogni ostacolo.
Mese: gennaio 2022
Evviva il cinema!
Oggi 20 gennaio Giornata Mondiale del Cinema Italiano. La data coincide con quella della nascita del regista italiano Federico Fellini (Rimini, 20 gennaio 1920 – Roma, 31 ottobre 1993). Scopro che nel mondo vengono girati oltre 2500 film all’anno, di cui una parte notevole prodotti o girati proprio in Italia. Premesso che il cinema è considerato la settimana arte, perché fu l’ultima ad essere inventata tra le forme artistiche e di spettacolo, a me piace molto andare al cinema, anche se dovrei usare il tempo al passato, in quanto causa pandemia l’ultimo film visto sul grande schermo risale a diversi mesi fa. Serapia potrebbe confermare, visto che mi accompagnavo a lei nel piacevole passatempo, che era anche un modo per scambiarci idee. A suo tempo avevo anche fatto l’abbonamento estivo per vedere le programmazioni al Giardino Parolini di Bassano, un’oasi verde all’ingresso della città, dove potevo osservare le lucciole svolazzare davanti allo schermo gigante e sentire le rane nel laghetto vicino al bar: bei tempi! Quando insegnavo e avevo la cattedra col tempo prolungato, ho visto parecchi film insieme con i miei studenti che non si limitavano a godere del prodotto ma erano tenuti ad analizzarlo, rispondendo a una scheda divisa in tre sezioni: un lavoro impegnativo per me e per loro, che spero li abbia resi “protagonisti” e non solo passivi spettatori. Ricordo alcuni titoli di film proposti: Pomodori verdi fritti alla fermata dell’autobus, Philadelphia, Il postino, La ragazza con l’orecchino di perla, Il mandolino del capitano Corelli…lezioni diverse, permeate da condivisione e varie emozioni. Adesso mi devo accontentare di ciò che offre il piccolo schermo che non è poi sempre male. Basta cercare, selezionare…e contare sul futuro!
Una donna a capo del Parlamento Europeo
Un bel compleanno davvero per la neoeletta Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola! Già vicepresidente e presidente a interim dalla morte di David Sassoli, di cui prende il posto. Eletta il giorno del suo 43esimo compleanno, è la più giovane presidente della storia a guidare il Parlamento Europeo. Dopo la sua proclamazione, i deputati le hanno cantato “Happy Birthday”: doveroso e simpatico pensiero. Maltese, mi è piaciuto che abbia parlato in Italiano, per rendere omaggio al suo predecessore che lei ha definito “un campione di democrazia”. Mi fa piacere che sia una donna, cui auguro di lavorare bene. Un’agenzia Ansa titola “Da Malta a Strasburgo, sempre più donne ai vertici Ue”, sottolineando che la neoeletta è la “prima esponente della generazione Erasmus ad occupare la carica più importante del Parlamento europeo”. Orbene, significa che i tempi sono maturi in Europa. Dove c’è anche l’Italia che a breve potrebbe portare una donna al Quirinale. Magari! Non perché sono donna, ma perché credo che diverse donne ne abbiano le capacità…ma che i tempi per noi non siano ancora maturi. Meglio se mi sbaglio. Certo che una donna al Quirinale sarebbe una grande novità e un segno di lungimiranza. Si sussurra un nome…staremo a vedere. Il Parlamento italiano si riunirà il 24 gennaio in seduta comune per eleggere il successore di Sergio Mattarella, che sarà il 13esimo Presidente della Repubblica Italiana per i prossimi 7 anni. A me piace sia il numero 13 che il numero 7: incrocio le dita e spero che portino bene!
Hobby invidiabile
Ci sono dei documentari che sollevano lo spirito. È quello che mi succede mentre mi preparo il caffè del pomeriggio, quando la trasmissione Geo (in onda dal 1984) condotta da Sveva Sagramola manda in onda (ieri) un servizio sulle rose antiche. Girato nella Valle dello Scrivia, in Liguria è uno spettacolo per gli occhi e perfino per le narici, potendo immaginare l’intenso profumo dei fiori, da cui si ricavano: lo sciroppo calmante per la tosse con proprietà energetiche e depurative, e l’acqua di rose. Invidio cordialmente padre e figlia, proprietari del roseto oggetto del servizio, la loro attività tra le rose, coadiuvati dagli asinelli che portano le ceste con il profumato carico raccolto all’alba. La signora dà pure la ricetta per ottenere lo sciroppo di rose antiche, i cui ingredienti sono: petali freschi, acqua, zucchero, limone. La procedura richiede però che i petali siano stati raccolti al momento giusto e adeguatamente essiccati; più facile a dirsi che a farsi. Disponendo non di un roseto, ma di numerose piantine di rose antiche distribuite nell’ingresso di servizio a casa mia, anch’io a suo tempo mi cimentai nel tentativo di produrre lo sciroppo di rose, che ottenni in piccole quantità, travasate in boccettine da regalo, con tanto di foto: un dolce ricordo! Tornando al servizio, la coltivatrice delle rose, a un certo punto dell’intervista ha fatto vedere un grillo addormentato tra i petali, ragion per cui non raccoglie il fiore e lascia l’ospite dormire beato per un paio di giorni in quel talamo speciale. Delicatezza che ho molto apprezzato e invidiato. Infatti mi chiedo: ci sarebbe un letto altrettanto accogliente? Forse è anche per questo che il frinire del grillo è considerato presagio di fortuna…
Sant’Antonio Abate
Oggi, 17 gennaio, Sant’Antonio Abate. Protettore delle attività agricole e dell’allevamento, non va confuso con Sant’Antonio da Padova. Detto anche Sant’Antonio il Grande, Sant’Antonio d’Egitto, Sant’Antonio del Fuoco, Sant’Antonio del Deserto, Sant’Antonio l’anacoreta (eremita) nasce in Egitto il 12 gennaio 251 dopo Cristo dove muore il 17 gennaio 356, quindi ultracentenario. Figlio di agiati agricoltori cristiani, rimasto orfano distribuisce i beni ai poveri e si ritira a vivere nel deserto egiziano, dedicandosi alla preghiera. Raggiunto dai devoti, si dedica ai sofferenti, operando guarigioni ed esorcismi, specie per gli afflitti dal fuoco sacro, noto anche come fuoco di Sant’Antonio, malattia provocata da una intossicazione alimentare, curata in antichità con il grasso del maiale. Per questo il santo viene rappresentato con accanto il maiale ed è invocato come patrono dei macellai, salumai e degli animali domestici, ragion per cui gli dedico il post odierno perché considero gli animali domestici parte integrante della famiglia. Affinità con San Francesco me lo rendono simpatico, come tutti gli estimatori delle creature, con e senza aureola. Nel paese vicino, a Cavaso del Tomba nel giardino delle Suore Dorotee, fin prima dell’epidemia, in questa giornata venivano portati vari animali per la benedizione, con intrattenimento gastronomico, fuoco d’effetto acceso dentro un tronco, strette di mano e incontri salutari. Purtroppo la bella iniziativa, giocoforza è stata sospesa. Mi auguro riprenda nel prossimo futuro. Nel frattempo raccomando al santo i miei amici pet: cane, gatto e canarini che ora stanno cantando, suppongo felici di godersi un paio d’ore di sole.
Le regole valgono per tutti
La prima cosa che faccio da sveglia è accendere la radio. La prima notizia che sento stamattina alle sette riguarda l’espulsione dall’Australia del tennista serbo Novak Djokovic, che non può partecipare domani all’Aus Open. Se ne parlava da giorni, il suo appello è stato respinto e lui espulso “per motivi di salute pubblica”, in quanto non è vaccinato. Le regole sono regole, per tutti. Forse il campione sperava in sconti legati alla popolarità. Credo che ora dovrà affrontare diversi problemi e anche una perdita di credibilità, perché una cosa è l’abilità in un settore e un’altra come promuoverla correttamente. Senza aver approfondito il caso, a naso la mia simpatia va per l’Australia che non si è fatta condizionare dalla fama del tennista. Sullo sport non sono un’esperta. Salvo ricordare con piacere un periodo quando mi ci ero accostata, avendo i campi da tennis dietro casa, a Possagno. Ci portavo mio figlio ragazzino: mentre lui seguiva le lezioni di un istruttore, io mi godevo il panorama circostante, seduta su una panchina per gli spettatori. Trovavo rilassante il tic toc della pallina gialla che rimbalzava da una racchetta all’altra, ho anche provato a giocarci anch’io, ma è durato poco. Comunque le palline da tennis sono ancora nei paraggi, custodite nel contenitore dietro la porta dello studio, a ricordarmi che muoversi è importante, comunque lo si faccia. Con l’età cambiano i gusti e le risorse fisiche diminuiscono, ma resta sempre valido il motto latino “Mens sana in corpore sano”. Anche oggi c’è il sole e farò una ossigenante passeggiata. Buon relax a tutti!
Pensieri in libertà
Esco subito dopo pranzo, con Astro. Approfitto del sole che nelle ore centrali è gradevole, basta evitare i posti in ombra perché lì il discorso cambia. Azzardo un breve tratto in salita, a ridosso dei campi…non so chi dei due sia più affaticato: lui, l’amico a quattro zampe va per i 18 anni, io uso ancora la stampella, dopo l’intervento di artoprotesi di due mesi fa, perché ancora non mi fido e non mi sento del tutto riabilitata. Certo dieci anni fa era tutto diverso: camminavo con due cani (Astro più Luna, la mamma) che mi strattonavano a destra e a sinistra, facevo un percorso più lungo e impervio, rientravo dopo circa tre quarti d’ora, ridotti adesso a una ventina di minuti. Comunque meglio di niente, forse ho affinato lo spirito di osservazione e mi accontento di quello che vedo: un cielo terso che di più non si può, Pratoline e fiorellini di Veronica (occhi di Madonna), con qualche fiore di Tarassaco…tra un paio di mesi ci saranno le Viole! Basta avere pazienza…e tempo. Noto che le case sono disposte a est-ovest, come la mia sul lato interno della strada, mentre sul lato opposto sono disposte a sud-nord: vent’anni fa non avevo pensato che la cucina a sud sarebbe stata più luminosa e nemmeno a tante altre cose. Comunque sto bene qui a Castelcucco, paese accogliente che si è ringiovanito e la casa è diventata il mio buon rifugio, sebbene non mi consideri una casalinga. Certo la pandemia ci ha costretto a diventare più riservati e solitari, ma anche a rivedere le nostre priorità, uso del tempo compreso, che non va sprecato come dice un mio amico. Mentre sto per rientrare, penso che siamo alla metà del mese e tra poco inizieranno le consultazioni per eleggere il tredicesimo Presidente della Repubblica Italiana. A me il numero 13 piace: incrocio le dita e che Dio ce la mandi buona.
Una bella persona
Mi ritrovo in cucina a mezzogiorno, per preparare il pranzo che oggi realuzzo con le mie mani (succede che lo comperi spesso pronto, poi pentendomi perché deludente): sminuzzo le verdure che andranno in pentola e diventeranno in parte base per un risotto all’ortolana, in parte zuppa, oppure crema di verdura. Come di consueto, accendo il televisore perché l’audio in sottofondo mi fa compagnia: seguo la diretta delle esequie di David Sassoli fino alle 13.30, senza sentire il tempo che scorre. Funerali di Stato. La cerimonia religiosa è permeata da un’atmosfera affettuosa e di riconoscenza verso un uomo che divideva le persone in due gruppi: gli amici e i grandi amici. Molte le testimonianze di amici, colleghi, familiari…il mondo delle istituzioni, della politica, esponenti di associazioni varie, tra cui gli scout cui fece parte da giovane che prendono la parola per primi. Seguono molti interventi, intensi e commoventi. Mi colpisce particolarmente il saluto di una collega che enumera le molte virtù incarnate dal Presidente del Parlamento Europeo che si guadagna l’Elogio della Mitezza, della Buona Educazione, della Signorilità, dell’Umiltà, della Speranza. Una vita feconda, anche se si è interrotta troppo presto, come sottolinea la vedova. Forse è banale dire che se ne vanno i migliori. In una preghiera si ricorda che: “Il Signore dispone i tempi del nascere e del morire”, verità per i cattolici. Ma anche per i non credenti è incontrovertibile che la vita ci è solo prestata e non ci appartiene per sempre. Ciò che resta è quanto seminato. Non vi è dubbio che David Maria abbia seminato molto e bene. Una testimonianza di ottimismo e di speranza da raccogliere.
Nave da crociera
Dieci anni fa il disastro della Concordia, con la perdita di 32 persone, la più giovane delle quali aveva solo cinque anni. Oggi sarebbe una fanciulla quindicenne, con tutta la vita davanti. Da aggiungere, il sommozzatore che perse la vita durante le prime operazioni di salvataggio. Su 4000 persone viaggianti nel transatlantico, col senno di poi poteva anche andare peggio, però ogni perdita umana scuote e merita di essere ricordata. Sulla nave Costa Victoria avevo fatto una! crociera insieme con mia mamma, con meta Isole Greche, dal 17 al 24 luglio 2006. L’anno dopo lei se ne sarebbe andata per un viaggio senza ritorno. Fu una bella esperienza, di cui conservo parecchie foto e la soddisfazione di aver trascorso una settimana in compagnia di altre persone con cui condividevo pranzo e cena. La gentilezza dei camerieri era stupefacente…nel senso che ci spostavano la sedia per farci accomodare dicendo: “Prego, madame!…”, attenzione che imbarazzava mia madre ottantenne. Lei si entusiasmava agli spettacoli serali, che venivano proposti in due turni e si affrettava a concludere la cena – sempre esorbitante – per godere dell’intrattenimento in prima fila. Di me ricordo che ero spesso con la macchina fotografica in mano, su e giù per il ponte a caccia di scorci interessanti che in realtà trovavo a terra, durante le soste previste dal percorso: tra tutte, Santorini che mi è rimasta nel cuore. Mi ero proposta di tornarci, ma non è ancora successo. Comunque un paio di foto scattate rispettivamente a Rodi e a Dubrovnik decorano un’anta del mio armadio in camera, a ricordarmi il viaggio più lungo intrapreso, fortunatamente conclusosi bene. Doveva succedere altrettanto per le 32 vittime della Costa Concordia. Ma purtroppo sappiamo com’è andata.
Una piccola meraviglia
Sembra un piccolo sole il narciso sbocciato stamattina: sei micro petali gialli con il calice a trombetta rivolti verso l’alto diffondono un gradevole profumo e, soprattutto, una nota di buonumore. Risaputo che il giallo è il mio colore preferito, in alternanza con l’azzurro. La meraviglia è il prodotto di uno dei sei/sette bulbi confinati in un secchiello di legno ricevuto in dono. Nel cartoncino infilato a lato leggo “Narcissus Tête a Tête” e anche questo mi fa sorridere, perché l’espressione ricorda una confidenza, un abbraccio…una manifestazione affettuosa, ora sconsigliata dalle misure anti covid. Per fortuna posso accarezzare il fiore, e anche parlarci. Anzi, il significato dell’espressione francese, che controllo è: “colloquio a due, caratterizzato da particolare intimità”. Perfetto, ci siamo. Quando fioriranno anche gli altri fiori, in studio ci sarà un’aura accogliente ed inebriante. Non a caso il nome deriva dal greco e significa stordisco. Trattandosi di fiori coltivati, questi fioriscono prima, mentre in natura il periodo va da febbraio a maggio. Ho presente una bella foto di me bambina immersa tra i narcisi del monte Tomba, immortalati da mio padre alla fine degli Anni Cinquanta. Potere della memoria, innescato da un adorabile fiorellino. Non so cosa mi riserverà la giornata ma lo spettacolo di questa piccola creatura mi induce a ben sperare. Anche perché so che si rinnoverà.