Temevo proprio che il sole oggi non si sarebbe fatto vedere, anche lui costretto a una sorta di distanziamento sociale penoso e mortificante. Invece eccolo riapparire sul far del pomeriggio, per rialzare la temperatura e risollevare l’umore. Suppongo di essere meteoropatica e di adattarmi con difficoltà ai bruschi cambiamenti stagionali, cui peraltro dovremo far fronte, stando così le cose. Cerco conforto: la vita di suo provoca scombussolamenti e imprevisti. Pertanto, che ci si metta anche il tempo a fare… il bello e il brutto tempo mi pare esagerato. Mea culpa, dirà qualcuno, dovevamo ascoltare di più la natura, raccoglierne i malumori. Sono interdetta, mi sento l’anello di una lunghissima catena che sbatte e si abbatte, ma non riesce a contenere il disagio che tracima da tutte le parti. Alzo il capo e noto che il cielo si sta di nuovo annuvolando. Vuoi vedere che avanti sera torna a piovere? Per il momento mi godo il tepore del sole su braccia e gambe, in compagnia di qualche insetto che svolazza tra i ciuffi d’erba alta e la siepe. Poi sarà quel che sarà!
Categoria: Tempo
Di botto, l’autunno!
Come da previsioni meteo, siamo piombati in altra stagione, e personalmente non mi dispiace: basta afa, basta umidità, dove vado in vacanza… Ieri pomeriggio è scesa una cappa opprimente sulla terra e pareva che venisse il finimondo. Inquietanti brontolii del cielo, raffiche e qualche chicco di grandine mi hanno costretto a chiudermi in casa, aspettando che l’evento facesse il suo corso. Stamattina piove, a occhio pioverà tutto il giorno. Recupero un cd di Riccardo Cocciante che interpreta alla grande un brano che mi piace molto, intitolato appunto PIOVE, che inizia così: La terra prende un altro odore/Il cielo cambia Il suo colore… e poi è tutto un crescendo di vibrazioni e di tensione emotiva. Il tempo non è fatto solo di bel tempo e di brutto tempo, c’è anche la fase intermedia, rappresentata dalla pioggia in tutte le sue varianti: a catinelle, ristoratrice, benefica… ma anche rovinosa e devastatrice. Speriamo che in questa fase di passaggio alla prossima stagione, il fenomeno si mantenga su una auspicabile via di mezzo; condivido con gli antichi l’obiettivo dell’aurea mediocritas (opinabile, per carità!). Scopro che ci sono anche dei fiori legati alla pioggia, che cito con il beneficio d’inventario: giglio della pioggia, piante grasse, rosa, petunia, peperoncino, million bells, edera. Consulto il mio archivio fotografico e prelevo uno scatto appropriato. Buon Autunno a tutti! (P.S.- Alle 10.30 esce il sole)
E…state per tutti!
Faccio la spesa una volta la settimana, tendenzialmente di lunedì, per abbinarla al mercato che per me significa pesce. Mentre inserisco i prodotti nello scatolone, mi attrae un volantino pubblicitario con una invitante immagine di mare e uno slogan accattivante: E…STATE SENZA PENSIERI che stuzzica la mia riflessione polemica. Chi ha imbastito la provocazione, ha trovato pane per i suoi denti. Faccio un reset mentale e rispondo a modo mio: estate senza pensieri (improbabile) oppure state/rimanete senza pensieri (ci provo, dipende)? Di sicuro questa estate 2020 ce la ricorderemo eccome! Quando non sarà più cronaca, ne parleranno i libri di storia. Per quanto mi riguarda, dal momento che mi sento un pesce in mezzo al mare, considero chi mi sta attorno: un’amica è attualmente in vacanza in Grecia, un’altra sta rientrando da Roma in sella alla potente motocicletta, una terza si gode il fresco delle Dolomiti… però diverse altre sono a casa a combattere la quotidiana battaglia con bollette, figli piccoli da badare, coniugi e/o genitori anziani da accudire. Una cara amica ha accompagnato la mamma, ancora giovane al cimitero. E io dove mi metto? Sto scrivendo il post odierno con la parte superiore del costume in giardino, per prendere un po’ di sole a favore di abbronzatura e di ossa. Da una vicina lottizzazione sento i rumori della gru; mi giungono talvolta le voci degli operai e anche i gridolini dei bimbi del vicino nido. Una farfalla azzurrina mi svolazza sulle caviglie, il cane si strofina la schiena sull’erba di nuovo cresciuta. Alto nel cielo passa un aereo, chissà dove va! Forse tra i passeggeri qualcuno sta rincorrendo la sua e…state!
Il tempo non va sprecato
Il Cantico delle Creature citato ieri mi torna utile anche oggi, selezionando i versi “Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullo homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali, beati quelli che troverà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farà male.” Ho partecipato alle esequie di una dolce signora, mamma di una mia amica, che in realtà ho percepito come una festa d’addio: i fiori, il silenzio composto, i canti, il compianto, le parole rivolte ai fedeli dal vecchio sacerdote. Mi ha colpito l’accostamento che l’officiante ha fatto tra la famiglia della defunta e la sacra famiglia, paragone di altissimo livello, temo piuttosto raro. Sono stata ospite di Bruna, amica dI sua figlia Lisa e poi della sorella Roberta, in un clima ovattato, fatto di attenzioni e di ascolto, ingentilito dalle piante e dai fiori. Sul divano le gatte sonnecchiavano attente, mentre Nina, la cagnolina entrata come un uragano in famiglia pretendeva di giocare. Insomma, un trio di donne affiatate e dal grande cuore, orfane del compianto marito e padre. Inevitabile per me pensare al senso della vita e all’uscita di scena. Come dice un mio caro amico, il tempo non va sprecato. Sono contenta di esserci e timorosa di commettere errori, presumo inevitabili. Ma se guardo alla bella persona che ho accompagnato al camposanto e alle sue figlie, allevate come perle nella conchiglia della comunità, trovo la bussola per rendere più lieve il mio cammino.
“Dolce” ferragosto 2020
Anche stamattina mi sveglio presto, alle sei. Il cielo lattiginoso non consente voli di fantasia, l’aria frizzantina annuncia una giornata quantomeno sopportabile dal punto di vista meteorologico, il resto verrà da sé. Infatti più tardi compare il sole. Se confronto questa giornata con quella dell’anno scorso, mancano molte cose: niente feste, niente grigliate collettive, niente musica popolare, niente incontri culturali… percepisco che prevalgono preoccupazione e disagio generali. Comunque in qualche modo bisogna tirarsi su… e mi viene l’idea di fare il dolce al cucchiaio più famoso, rinfrancante anche nel nome: tiramisù! Do una sbirciatina in Internet, per ripassare la ricetta e procedo. Confesso che mi attraggono le creme, forse mi ricordano lo sbattutino che mi faceva mamma, prima di prendere la corriera (sempre in anticipo o in ritardo, mai puntuale) quando frequentavo il liceo, tempo di grandi fatiche e progetti. Non vorrei tornare indietro, attraente per molti. Non intendo anticipare il futuro, che ignoro. Non mi resta che vivere pienamente il presente, consapevole che anch’esso passa. Mi conviene addolcire il mio ferragosto 2020 con una bella porzione di tiramisù. E che Dio ce la mandi buona!
Ferragosto, nonostante tutto!
Meno tre giorni a ferragosto. Successivamente sarà san Bartolomeo, che ha dato il secondo nome (il primo è Lagerstroemia) alla pianta fiorita che in questo periodo abbellisce viali e vialetti del mio paese, con bellissimi fiori dal rosa al viola. Per coincidenza, san Bortolo è pure una zona paesana in collina dove da anni nei giorni a ridosso di ferragosto si tiene una festa delle Associazioni, quest’anno sospesa a causa della pandemia. Non mi resta che affidarmi al piacevole ricordo di carne allo spiedo e alle note rincuoranti della fisarmonica che passava tra i tavoli, zeppi di gente bendisposta a stare al fresco e in compagnia, con la speranza di tornare ai piacevoli trascorsi. Ecco, la parola festa in questo periodo mi sembra azzardata; preferirei sostituirle la parola benessere, più appropriata. Mi concentro su quello che ho a portata di mano e mi soccorrono sempre i fiori, con il loro linguaggio silenzioso e centrato. Pare che mi vogliano dire: avanti tutta, nonostante tutto. La bellezza è a portata di mano, anche se per coglierla bisogna fare silenzio. E qualche rinuncia.
Resilienza
Seconda domenica d’agosto, il caldo perdura, i contagi anche, i media sono generosi di notizie nefaste. Verrebbe meno la voglia di impegnarsi per una buona causa. Urge reagire, diventare resilienti come l’Oleandro, che fiorisce da maggio a ottobre, praticamente in ogni condizione di coltivazione. A ragione considerato il re dell’estate, costituisce un esempio di resilienza. In psicologia, questa parola è diventata sinonimo di adattamento e una persona resiliente è il contrario di una facilmente vulnerabile. Ok, va bene è tutto chiaro. Ma nel quotidiano la faccenda si complica. La mia fonte di ossigeno è sempre lei, la natura con le sue lezioni silenziose ed efficaci. Quando succedono sconvolgimenti climatici, purtroppo clamorosamente d’attualità, penso voglia punirci per l’incuria e la leggerezza umana riservatale. Non sono catastrofista, piuttosto realista con influssi di pessimismo. Se la situazione avesse da peggiorare (ma spero di no), dirò che era nelle previsioni. Se migliorerà, sarò lieta di ravvedermi. C’è ancora tanta bellezza di cui godere e noi ne siamo i destinatari. Sento delle tortore tubare nelle vicinanze: è un buon segno!
Benvenuta frescura!
Ormai non se ne poteva più del caldo: sotto al portico, protetto dalle tende parasole, ieri pomeriggio erano 32 grad! Stamattina dieci in meno, la turbolenza di stanotte ha innescato il cambio di rotta al tempo, portando l’auspicato sollievo. Tuttora sta piovendo ed è piacevole sentire l’acqua che gorgoglia nelle canalette. Mi viene spontaneo pensare al Cantico delle Creature o di Frate Sole di Francesco d’Assisi (composto tra il 1224 e il 1226) e di estrapolare il verso dedicato all’acqua: “Laudato sì, mi Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.” Certo l’autore esalta anche “messor lo frate sole” fonte di vita… ma quando il contributo di calore è eccessivo aumentano gli effetti collaterali negativi. Nel concreto pare che tendiamo a lamentarci troppo e non ci adattiamo facilmente: può darsi. Al momento è nuvoloso, forse l’astro dorato farà capolino più tardi. Le tortore tubano sommessamente, scambiandosi messaggi di stupore. Altri uccelli rispondono da lontano. Finora nessun rombo di auto o di mezzi agricoli, il paese sembra finalmente addormentato, dopo tante notti insonni a causa del termometro bollente. Suona la campana della chiesa, per chiamare a raccolta i fedeli della messa domenicale. Nella preghiera di ringraziamento ci sarà anche il ritorno alla temperatura sopportabile.
Ciao, Luglio!
Ultimo giorno di luglio, caldo intenso con tasso di umidità elevato. Un’impresa edilizia sta lavorando vicino a casa mia dalle sei di mattina, per fermarsi durante la canicola. I fiori hanno tirato i remi in barca, resistono solo i gerani sotto al portico, protetti dal pomeriggio fino al tramonto da robuste tende arancioni. Cerco riparo in casa, con circoscritte evasioni quotidiane. Forse stasera vedrò un film all’aperto. Noto che, in zona “orto dei semplici” le ipomee si sono abbarbicate attorno all’osmanto, in un curioso abbraccio vegetale. Mi chiedo se significhi qualcosa, se sia un messaggio da decodificare, un invito a resistere. L’anno scorso gli stessi fiori a trombetta, dai molteplici colori, facevano ombra nella zona a ponente della casa, in compagnia di una rosa rampicante tuttora rifiorente. È curioso questo movimento floreale alla ricerca del posto migliore. Madre Natura si esprime come può, se facciamo silenzio e prestiamo attenzione possiamo fare scoperte interessanti. Assodato che la ricerca della felicità è un diritto, magari ci torna utile il pilastro cui appoggiarci anche in piena canicola, l’ancora di salvataggio per resistere alla disidratazione e al colpo di calore. Come il robusto osmanto per le colorite ipomee.
Sostegno
In tempo di pandemia, anche la natura si sostiene come può. Mi provoca simpatia il focoso gladiolo che si appoggia al fusto dell’albero, realizzando un abbraccio inconsueto. Si potrebbe farne una lettura trasversale, per incoraggiare manifestazioni affettuose alternative! Leonardo da Vinci, geniale osservatore, apprendeva dalla Natura. Un effetto collaterale da covid potrebbe essere l’esigenza di fermarsi ed osservare, senza fretta, ciò che ci circonda. Magari rivalutando quello che abbiamo a portata di mano, banalizzato dall’abitudine. Parlo per me, ma credo di essere in buona compagnia con chi, in questo periodo di distanziamento sociale ha avuto qualche difficoltà di adattamento. Senza scomodare i proverbi al riguardo, mi torna in mente la canzone “Meraviglioso” di Modugno, che ritengo una iniezione di ottimismo. Con tutto il rispetto per chi combatte ogni giorno la sua battaglia.