Mi son sempre piaciuti gli asini, fors’anche per discordanza con l’ingiusta nomea di tonti che circolava in certe classi svogliate di alcuni decenni fa. Dietro la porta del mio studio ho la foto di un asino, fotografato da mio figlio durante una sua escursione sul Monte Grappa. Ha un’espressione innocua e gentile, tanto da meritarsi di farmi compagnia nella stanza dove trascorro il mio tempo migliore. Ho sentito la storia dell’asinello Mais, estratto dal fango grazie ai volontari. Rimasto due giorni da solo in balìa dell’acqua alta e dell’alluvione in Emilia-Romagna, è diventato il simbolo della resilienza romagnola. Ha 18 mesi ed è stato salvato dopo tre giorni durante i quali è rimasto intrappolato nel fango, nel cortile della fattoria le Chiocce Romagnole di Russi, in provincia di Ravenna. Una volta recuperato, stremato e senza forze ha fatto tre chilometri tra acqua alta e correnti. Un plauso a lui e ai volontari del centro di recupero Il Pettirosso che stanno battendo il Ravennate per portare in salvo più animali possibile, sfruttando due barche e mettendo in opera caparbietà e coraggio. Molte altre associazioni si sono mobilitate, anelli di una generosa catena. Giorni fa avevo visto il salvataggio di maiali e di cavalli, patrimonio delle aziende di allevatori ora messe in ginocchio. Non ho i dati degli animali morti a causa dell’alluvione, ma temo siano tantissimi. Immagino lo stato d’animo dei proprietari ed anche di chi li considerava parte indissolubile dell’azienda. In parallelo ci sono gli animali d’affezione, tipo cani e gatti. Comprendo la scelta di alcune signore che si sono rifiutate di lasciare la casa alluvionata, per non abbandonare gli amici a quattro zampe. Non rimane che fare come il mesto asinello Mais: avanzare, sebbene a piccoli passi e a testa bassa, confidando in un futuro benigno.
Sì, un’alluvione si porta via umani, animali, terre, case, affetti… L’acqua è furiosa devastatrice.
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Bisognerebbe saperlo prima di forzare la natura e tentare di domarla a nostro piacimento. L’acqua è uno degli elementi vitali… finché non diventa ‘furiosa devastatrice’ come dici!
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Bella questa storia.Anche a me gli asinelli fanno tenerezza.Di grande aiuto un tempo,vedi durante la grande guerra,e ora al fianco di greggi.Un mio prozio ne aveva una di nome Pina che recalcitrava e bisognava spronare.Era d’aiuto nel trasporto di fieno,legname ecc.
Un altro mondo.Viva.Mais
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Mi piace pensare alla recalcitrante Pina, mi fa pensare a certi temperamenti indomiti…vero il contributo che gli asini hanno dato nel tempo e che tuttora offrono in alcune aree del mondo. Spero che siano protagonisti di qualche romanzo…per le generazioni tecnologiche. Buon tutto! 🌻
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Com’ era carino Mais e le sue due sorelle, nel servizio che ho visto ieri nel Tg.Queste storie di salvataggi di animali io le metto al pari dei salvataggi di persone, anche loro hanno il diritto di vivere come noi umani.😘😘😘
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Concordo con te, cara Lucia! Gli animali sono creature al pari di noi, a volte anche superiori. San Francesco insegna. Sono contenta che Mais ce l’abbia fatta, grazie alla sua resistenza e all’impegno dei volontari. Arrivederci! 🧡
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