Sabato 11 giugno, domani si vota: solo le tortore rompono lo strano silenzio mattutino, destinato alla riflessione. Non so di cosa scrivere e vedo sul web a cosa è destinata la data: Giornata Mondiale del lavoro a maglia in pubblico, con tanto di vignetta su Google. Mi scappa da ridere: ancora qualcuno che sferruzza? Poi mi attrae la parte finale, il luogo dove è destinato avvenga l’intrattenimento, e divento seria, perché sarebbe bello praticare un’ora di diversivo in compagnia, accantonando i problemi quotidiani e scambiando quattro chiacchiere. È ciò che facevano le nostre nonne quando andavano a fare filò nella stalla, oppure le signore del sud sull’uscio di casa, a pochi metri una dall’altra. Non ho avuto la fortuna di godermi i nonni, distanti e mancati quand’ero piccola, ma ho percepito un grande attaccamento alle tradizioni, attraverso i racconti di mia madre. Con la crescita, ho avuto l’opportunità di imbattermi in diversi prodotti artigianali usciti dalle mani delle donne: addirittura corredi, fiori fatti con le calze (sgualcite), tende ricamate, arredi per l’altare, corsetti…maglie, quadri a mezzo punto…non so se realizzati in solitaria oppure in compagnia. Tra i regali ricevuti per il mio compleanno lo scorso marzo, il più originale e gradito è stato un quadretto fatto all’uncinetto da Sara, contornato di fiori (che non appassiranno mai) con al centro il mio nome. Insomma, è un omaggio doveroso all’attitudine creativa delle donne che la giornata intende evidenziare, messa in condivisione con gli altri, per un benessere collettivo. Dopo il lungo e snervante periodo del lockdown, non è più scontato lo stare insieme. Se da una parte c’è una grande voglia di recuperare tempi e modi di fare vacanza, dall’altra sono aumentati prezzi e impedimenti per godersela, non disgiunti da un nervosismo (talvolta maleducazione bella e buona) a fior di pelle delle persone, espresso anche alla guida. Magari aiuterebbe riproporre i vecchi Giochi senza Frontiere in formato casalingo o di quartiere, un’Infiorata di paese, un torneo di poesia parallelo a quello delle bocce…e perché no? Un originale prodotto a maglia realizzato in pubblico!
Ciao Ada, concordo pienamente con quanto hai scritto. Io come passatempo lavoro ad uncinetto è una gioia punto dopo punto creare dei piccoli capolavori.
Questo lavoro concentra la mente e ti estrania da quello che ci circonda. Grazie a mia nonna che con tanta pazienza mi ha insegnato questo passatempo
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E brava Antonella, non sapevo di questo tuo diletto! Però ti si addice, sempre curata e gentile come sei: ti vedrei una bella…sindachessa, ma anche un sindaco in rosa. Comunque sono certa che la tua presenza nella comunità sarà apprezzata: in bocca al lupo! 👍🍀🌺🌻
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Io purtroppo mi ero approcciata al lavoro a maglia, ma poi ho lasciato perché non era adatto a me.Preferisco la lettura !!! Però ammiro le persone che coltivano questi hobby: il lavoro a maglia e l’ uncinetto,sono lavori creativi che danno soddisfazione …….Brave e bravi ,perché ci sono anche uomini che lavorano a maglia!!!!Ciao 😘😘🌞🌞
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Vero Lucia, non dimentichiamo i maschi che si esercitano in…presunte arti femminili! Anch’io preferisco la lettura, e soprattutto la scrittura, com’è noto! Ognuno assecondi la propria attitudine, da condividere con chi vuole! Ciao a dopo! 🌺
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In ogni caso Ada mi hai dato un’idea, il prossimo autunno/inverno farò qualcosa a ferri, magari solo due presine come l’anno scorso.
Ciao e buona domenica a tutti.
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Saranno presine deliziose, come chi le realizzerà! Buon pomeriggio e serena domenica col sole! 👋☀️🌼
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Noi siamo un gruppo di circa 10 amiche, ci troviamo spesso a lavorare di patchwork e ci piace tanto. Anche in una sala della nostra biblioteca, al giovedì sera, si radunano diverse donne con ferri, uncinetto, stoffe … Si lavora, si chiacchiera, si sta in compagnia. Che bello!
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Bella testimonianza, Luisa! Quasi quasi una volta vengo a trovarvi: complimenti! Fare insieme vale molto di più che parlarne. Evviva! Grazie per l’incoraggiante esempio, di cui ti intravedo pilastro! 🌻🌺🌼👍💕
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Udite,udite.Il babbo del mio falegname faceva il sarto,arte appresa in Brasile dov’era immigrato.Ora,a 86 anni,stira ancora camice alla perfezione e il bucato della figlia quando è oberata di lavoro.
Bravo Ermenegildo
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Mi piace perfino il nome del signor Ermenegildo! Fagli i complimenti da parte mia. È un conforto sapere che ci sono ancora in giro tante belle persone, dall’invidiabile manualità! Lo terrò presente nei miei racconti… 👋
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